Napolitano: "Io non sono il presidente delle banche"

Il capo dello Stato sottolinea la necessità di ridurre la spesa pubblica ma ammonisce: "Niente tagli alla cieca". E a chi lo contesta: "Non rappresento le banche"

Napolitano: "Io non sono il presidente delle banche"

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, arriva in Sardegna, dove si tratterà per una visita di due giorni, tra le contestazioni di un centinaio di persone, legate a Sardigna Natzione e anti-Equitalia, che manifestano con disoccupati, movimento pastori e studenti davanti al municipio di Cagliari, continuando la loro protesta davanti al teatro Lirico. Scopo della contestazione chiudere un incontro col presidente e mettere in luce il tema della crisi isolana, ma anche ricordare Rossella Urru, cooperante sarda rapita in Algeria.

Napolitano, durante un incontro con Giunta e Consiglio del comune di Cagliari, torna sul tema del federalismo fiscale, chiedendo "una chiara piattaforma" su un tema i cui lavori sono stati "un po' sospesi".

Un tema importante, al quale si unisce anche la riflessione del presidente della Repubblica sul welfare. "La coesione sociale è importante per la crescita del paese e non significa immobilismo - spiega - ma mettere in piedi un sistema di welfare e sicurezza sociale diverso da quello che è stato creato in passato". Napolitano a riguardo dedica anche una parola al rapporto tra Nord e Sud, definendo il divario tra le due metà della Penisola "la maggiore incompiutezza del processo di unificazione dell’Italia", una questione "che non è solo economica e sociale ma anche civile ed istituzionale". E che soprattutto è "assolutamente ineludibile".

"Resta  ancora molto da fare", sintetizza il Presidente della Repubblica, anche "per ridisegnare l’architettura istituzionale del nostro Stato". Tanto da fare anche in termine di spesa pubblica. "Indispensabile risanare il bilancio pubblico e ridurre la spesa pubblica corrente" ma di certo non procedendo "con tagli alla cieca. Distinguendo da ciò che va tagliato e ciò che non va tagliato". Per rilanciare la crescita infatti "non bastano e non servono gli slogan ideologici, occorrono lucidità, realismo, competenza senso della misura".

Il discorso del presidente tocca anche tematiche più connesse con le realtà istituzionali locali.

Sottolinea con forza che serve un "rinnovo del Patto di stabilità per dare una maggiore disponibilità ai Comuni per far fronte ai bisogni altrui", ribadendo come "i Comuni siano il pilastro su cui poggia tutto l’edificio della democrazia rappresentativa". E a chi lo contesta replica: "Non rappresento le banche ed il grande capitale finanziario, come qualcuno umoristicamente crede e grida".

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