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Napolitano a Madrid: «Il sapere è la benzina per uscire dalla crisi»

Il capo dello Stato partecipa ai lavori del quinto vertice europeo del Cotec e parla di «luci incoraggianti» che si scorgono nel tunnel, soprattutto nei settori «della ricerca e dello sviluppo». Funziona il made in Italy: siamo al settimo posto nella classifica dei brevetti

Non solo buio, non solo crisi. Accanto «alle ombre», dice Giorgio Napolitano, ci sono «luci incoraggianti» soprattutto «sulla ricerca e lo sviluppo». Crescono infatti «gli investimenti», aumenta «gradualmente il numero dei brevetti», e il Belpaese almeno in questo settore guadagna lentamente posizioni. Funziona il made in Italy. Il capo dello Stato fa un solo esempio: «L'Italia, con la metà dei ricercatori della Francia, occupa il settimo posto al mondo per numero di citazioni». Inoltre, «la cosiddetta bilancia tecnologica dei pagamenti è passata quest'anno in attivo». Oggi «i governi ben sanno quale sia la posta in gioco,il ruolo fondamentale dell'istruzione e la necessità di un aumento delle risorse investite nelle attività di ricerca e sviluppo. Occorre trarne le necessarie conseguenze».
E per il futuro conviene investire nel sapere. «È la conoscenza il petrolio di domani», spiega Napolitano nel suo intervento a Madrid per il V simposio Cotec Europa. Il capo dello Stato, nel corso del suo discorso, sostiene più volte come sia centrale un aumento delle risorse «investite nelle attività di ricerca e sviluppo». «I nostri Paesi e le nostre imprese hanno un importante ruolo da giocare - afferma - e possono stringere fruttuosi rapporti di collaborazione tecnologica con i prosperi paesi del Golfo, che sono alla ricerca del petrolio del domani, la conoscenza».
Il lavoro del Cotec Europa e delle sue componenti nazionali (italiana, spagnola, portoghese) esprime «un impegno di valore strategico che rafforza i nostri Paesi, la loro proiezione esterna, la loro politica estera». Anche i governi «sanno bene quale sia la posta in gioco: il ruolo fondamentale dell'istruzione e la centralità di un aumento delle risorse investite nelle attività di ricerca e sviluppo, ma si stenta a trarne le necessarie conseguenze. L'impegno in seno al Cotec può dare impulso alla soluzione di questi problemi».
Poi, il nuovo e tribolato Trattato europeo. la sua introduzione, sostiene il capo dello Stato, apre nuove prospettive allo sviluppo della collaborazione fra la Fondazione Cotec e la Commissione europea. «Le nuove norme sulla cooperazione rafforzata ci permetteranno di sostenere, insieme ad altre nazioni, iniziative avanzate quali per esempio quelle in favore della realizzazione della European Research Area e della politica spaziale europea, e a rispondere insieme alla pressante richiesta di innovazione e tecnologia che proviene dal Mediterraneo e dal Golfo».
In conclusione, dalla crisi economica mondiale «l'Unione europea esce in qualche modo rafforzata nella sua ragion d'essere». Infatti, di fronte alle turbolenze dei mercati finanziari. «l'euro si è confermato un prezioso fattore di stabilità, mentre l'economia sociale di mercato è apparsa perfino ai suoi critici come un'intelligente sintesi fra libertà d'impresa e protezione della persona umana». Dunque, «non è più come il mitico ircocervo».
Intanto c'è «soddisfazione per l'ampio successo referendario in Irlanda, l'aspirazione ad un rapido ingresso nell'Euro dei Paesi Baltici e la domanda di adesione dell'Islanda». Insomma, «l'Ue è un fondamentale fattore di prosperità e stabilità, ancora di più adesso che siamo molto vicini all'entrata in vigore del trattato di Lisbona». Napolitano, «convinto» che anche la Repubblica Ceca ora procederà con la ratifica, aggiunge che però «l'entrata in vigore del Trattato è una condizione necessaria ma non sufficiente».

Del resto è chiaro che «la crisi, esplosa per le degenerazioni del sistema finanziario, va senza dubbio ricondotta al fatto fondamentale che ad un mercato sempre più globalizzato non è corrisposta una governance globale di adeguato livello».

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