"Il mondo non poteva assistere senza reagire alle molte vittime e alle distruzioni massicce inflitte" dal leader libico Muhammar Gheddafi "alla sua stessa popolazione". Così ha aperto il suo intervento Giorgio Napolitano davanti all'assemblea generale delle Nazioni Unite. L’operazione internazionale autorizzata dall’Onu a cui l’Italia partecipa a pieno titolo rientra "nella piena legittimità internazionale", ha sottolineato il Presidente della Repubblica, che precisa di non sottovalutare "nel modo più assoluto i costi umani e i rischi delle azioni militari, ma il goveno libico ha rigettato numerosi appelli internazionali, inclusa una richiesta unanime proveniente da questa Assenmblea, e ha risposto al dissenso con la repressione, alla protesta civile con la forza millitare, su una scala senza precedenti. La responsabilità di proteggere la popolazione libica ricade sulle Nazioni Unite, e del resto il capitolo VII della Carta contempla specificamente l’uso della forza per mantenere la pace e la sicurezza internazionale". Napolitano ha tenuto a precisare che l’intervento "non significa pretendere di esportare uno specifico modello di democrazia ma promuovere e proteggere i diritti fondamentali, civili e politici, e le libertà religiose, come pre-condizione per l’autonoma realizzazione di sistemi democratici".
L'importanza dell'Onu Il presidente della Repubblica - accolto al Palazzo di Vetro dal segretario generale Ban Ki Moon come "una leggenda del suo tempo" - non si è limitato alla questione libica, ma ha parlato del ruolo dell'Onu: "Abbiamo bisogno delle Nazioni unite", ha detto Napolitano,spiegando che il mondo sta affrontando "problemi economici e finanziari che non hanno precedenti" che "richiedono la nostra attenzione in tutto il mondo" e che perciò "dobbiamo considerare l'assicurazione dei diritti umani in tutto il mondo" la base fondamentale della necessaria azione politica internazionale.
"La globalizzazione dei problemi richiede la globalizzazione delle soluzioni", ha detto, sottolineando che "l’evidente necessità di un intervento pubblico ha portato ad un accumulo senza precedenti del debito sovrano in molti Paesi, mentre la finanza e gli strumenti finanziari si evolvono troppo velocemente per consentire agli Stati di reagire in tempo utile. Non si tratta di un fallimento della globalizzazione, ma piuttosto del governo internazionale dell’economia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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