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Napolitano: «Il protezionismo può bloccare l'Europa»

Visita di Stato di tre giorni in Lussemburgo, dopo il caso degli operai inglesi in sciopero contro i lavoratori italiani. L'Unione, dice il capo dello Stato, è a una svolta: o cresce prendendo decisioni a maggioranza per economia e dfesa, o si rassegna aun ruolo sempre più marginale

Il protezionismo? «Non solo è inutile, ma porta tensioni e rischi e può bloccare l'integrazione europea». Le immagini degli operai del Lancalshire in sciopero contro i tecnici specializzati italiani sono ovvamente ancora negli occhi di Giorgio Napolitano mentre in Lussemburgo si lancia contro i pericoli di questa ondata di neo-sciovinismo. «L'Europa- dice - è a un bivio - e sembra non sapere cosa fare. Se compiere un ulteriore necessario balzo verso l'integrazione, sulla via dell'unione politica e di una cooperazione guidata dal metodo comunitario, o se al contrario ripiegare su angusti orizzonti di difesa degli interessi nazionali». Questa seconda, ammonisce, «sarebbe una scelta miope, velleitaria e fatalmente inefficace davanti alla e sfide del mondo di oggi». Visita di Stato - Si conclude così il viaggio ufficiale che per giorni ha portato Napolitano in una delle capitali dell'Unione. Il presidente ha incontrato il granduca, poi la comunità italiana, ha inaugurato una mostra di capolavori del XVII secolo e ha visitato la Corte di giustizia e la Bei. Ue in panne - L'Europa, secondo il capo dello Stato, oggi è bloccata da «un paradosso». Ci sono «innovazioni indispensabili» ma anche «resistenze e ritardi» incomprensibili, soprattutto oggi, in questo momento di crisi economica internazionale dove al contrario servirebbe «un'Unione che giochi un suo ruolo peculiare e incisivo». Il problema chiave è il funzionamento della macchina che con 27 passeggeri a bordo non riesce ad andare sempre nella stessa direzione. «La concertazione di 27 governi è impossibile e inefficace». Riforme istituzionali - La ratifica del Trattato di Lisbona, che qualche Paese ha congelato e qualche altro già bocciato, è invece «necessaria e urgente se si vuole far marciare l'Europa». Il diritto di veto sembra a molti anacronistico, ormai infatti occorrono decisioni a maggioranza per una Ue che è oggettivamente a doppia velocità. Ci sono materie sulla quali alcuni Stati sono disposti «a sperimentare un'integrazione differenziata», per preparare la strada agli altri e per «imboccare la strada» per le riforme. Insomma, si chiede Napolitano, «si riuscirà a superare la debolezza di volontà politica che rende incerto in cammino dell'Unione?». In questo quadro «l'attività della Bei e della Corte di giustizia sono fondamentali per il processo di integrazione». Sicurezza - Ma non c'è solo l'economia. Anche nel campo della difesa comune si potrebbero fare facilmente passi avanti verso una Europa che si muova tutta insieme. «Questa è una dimensione ormai irrinunciabile, è un nodo che deve essere sciolto».

Una «Ue adulta deve essere in grado di provvedere da sola alla propria sicurezza e di contribuire a quella mondiale» senza più scaricare la questione sulle spalle degli Stati Uniti.

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