Napolitano tuona ancora: «Basta morti bianche»

La Lega polemizza con la sinistra Calderoli: «Chi favorisce l’immigrazione clandestina legittima queste tragedie»

Di che colore è la morte? Chissà perché la si definisce «bianca» - il che è come liquidarla - quando avviene in una fabbrica, in un cantiere o in qualunque altro posto di lavoro. Non può essere candido il colore della tragedia, soprattutto quando ne avvengono sei in due giorni, sei uomini usciti di casa per guadagnarsi il pane e mai più tornati.
Ieri, dopo i quattro morti di venerdì, la macabra lista si è allungata ancora: un facchino di 54 anni, nemmeno messo in regola, ha perso la vita per il cedimento della scala meccanica sui cui stava arrampicandosi durante un trasloco a Messina; in Sardegna, invece, un operaio di un'impresa metalmeccanica è stato ucciso dalla caduta di alcuni tubi nella raffineria Saras di Sarroch. Aveva 53 anni.
«Non sono incidenti ma il frutto di una politica che per anni ha depenalizzato e deresponsabilizzato i datori di lavoro riducendo a normalità la morte di un lavoratore», tuona il ministro per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, sottolineando che «il ddl sulla sicurezza è soltanto un pezzo» della riforma. Mentre «un altro pezzo importante sarà dare maggiori risorse agli ispettori per compiere il proprio lavoro e aumentare il loro numero».
Peccato che il presidente della Repubblica Napolitano avesse già suonato l’allarme parecchi mesi fa. Piuttosto inascoltato a onor del vero. Ieri ha lanciato un nuovo appello dalla tv. Per dire «basta», per ripetere che la politica non può più far finta di niente. C'è, certo, il testo unico approvato proprio l’altro ieri dal Consiglio dei ministri, «ma non ci si può accontentare di questo, bisogna procedere speditamente in Parlamento». «Faccio un appello a maggioranza e opposizione, perché si discuta liberamente ma rapidamente il disegno di legge del governo - ha «supplicato» il capo dello Stato ai microfoni del «Tg3» - anche tenendo conto del fatto che dopo l'approvazione della legge bisognerà mettersi subito al lavoro per varare i decreti attuativi».
«Lo dico chiaramente - ha aggiunto Napolitano - è necessario anche che il governo, mentre procederà l'iter di questo disegno di legge, destini senza indugio i mezzi necessari al rafforzamento delle ispezioni e dei controlli. Questo è un punto decisivo». Un appello arrivato quasi in contemporanea a quello del presidente del Senato Franco Marini, che parla di «bollettino di guerra» e rimarca che quella della sicurezza sui luoghi di lavoro deve diventare «una preoccupazione fondamentale per il Paese».

Plausi a Napolitano, stavolta, anche dal leghista Roberto Calderoli, che però non manca di polemizzare con la sinistra: «Chi oggi, tra le forze politiche della maggioranza, favorisce l'immigrazione clandestina legittima le morti bianche - attacca il senatore del Carroccio - conseguenti a un venir meno di qualunque legislazione in materia di lavoro. Oggi a comandare è il lavoro nero».

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