Napolitano: "Un'Italia divisa è insignificante, ma non ci sono serie pulsioni separatiste"

In un'intervista al Figaro Magazine il Presidente della Repubblica smorza le polemiche sulle celebrazione per i 150 dell'Unità d'Italia. "Bisogna separare la festa dal dibattito sul federalismo. La Costituzione associa l'unità alla valorizzazione delle autonomie regionali".

Napolitano: "Un'Italia divisa è insignificante, 
ma non ci sono serie pulsioni separatiste"

A pochi giorni dai discussi festeggiamenti per i 150 anni dell'Italia unita, il Presidente della Repubblica smorza le polemiche e in un intervista a Figaro Magazine sostiene che nel Paese non ci sono "serie pulsioni separatiste". Secondo Napolitano, anche se i rappresentanti della Lega Nord al governo hanno manifestato il loro dissenso, "le decisioni assunte in Consiglio dei ministri implicano l’adesione di tutto il governo". E non dubita che oltre al sostegno del governo, la festa sarà ben accolta dai cittadini anche dove la Lega Nord ha molta influenza. "Lo scorso 2 febbraio, ha ricordato il Presidente, mi sono recato a Bergamo: ho ricevuto una eccezionale accoglienza popolare, al di là di ogni aspettativa".

Anche la Costituzione valorizza l'autonomia locale Napolitano sottolinea la necessità di separare la "questione del 17 marzo giorno di festa nazionale è da separare sul dibattito sulle autonomie e su un possibile federalismo". Un tema, l'ultimo, che non è in contrasto con la Costituzione repubblicana "che ha associato, in un articolo fondamentale, il quinto, l’unità e l’indissolubilità della Repubblica alla promozione e alla valorizzazione delle autonomie regionali e locali. Da lungo tempo ci sforziamo di sormontare il centralismo, vizio originale dello Stato italiano, nato dai resti dello Stato piemontese". Ma il presidente sottolinea anche che "un'Italia divisa o una macro-regione taliana diventerebbe rapidamente insignificante"

 

L'importanza dell'unità nazionale In un mondo globalizzato come quello odierno l'Italia può svolgere un ruolo importante solo con quelle che Napolitano chiama "leve insostituibili": "l’unità nazionale nella ricchezza del suo pluralismo e delle sue autonomie locali e l’unità europea, con queste stesse caratteristiche".

Il presidente, inoltre ricorda che solo grazie alla proclamazione dell’Unità, l’Italia entrò nell’era della modernità prendendo il suo posto nell’Europa del XIX e XX secolo: "senza il Risorgimento, senza lo Stato unitario l’Italia sarebbe rimasta, se non una semplice espressione geografica, almeno una pura entità ideale, che avrebbe vissuto nel ricordo di un lontano passato glorioso e di un’identità linguistica e culturale".

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