Roma

Narcosposini, cocaina per souvenir

Erano di ritorno dalla luna di miele con trenta chili di droga nascosti in valigia. Bloccati dai finanzieri in aeroporto

Alessia Marani

Trenta chili di cocaina nei bagagli per festeggiare le nozze. Trent’anni lui, ventisette lei, due sposini appena uniti in matrimonio avevano scelto il Medio Oriente per la luna di miele. Damasco, in Siria, la meta dei loro sogni, passando però per Caracas, la capitale venezuelana. Una deviazione strana, che non è passata inosservata agli agenti del servizio antifrode doganale del Leonardo Da Vinci. Fermati per un controllo tra un check-in e l’altro, B.E.E.S. l’uomo, N.T.M. la donna, alle domande dei finanzieri non hanno mostrato il minimo nervosismo. Fermi, tranquilli fino all’ultimo, non hanno ceduto nemmeno quando sono arrivati i cani addestrati. Aperte le valigie dalle dimensioni a dir poco voluminose, le Fiamme gialle hanno notato immediatamente che qualcosa non andava per il verso giusto. All’interno, difatti, abiti e altri oggetti che non giustificavano il peso dei bagagli. C’è stato bisogno di un taglierino ben affilato per scoprire l’inghippo. Doppifondi preparati con cura maniacale con all’interno panetti di cocaina purissima, almeno 30 chilogrammi della miglior qualità. «Una volta tagliata - spiegano gli inquirenti - la sostanza stupefacente si sarebbe quintuplicata. I trafficanti, insomma, ne avrebbero ricavato almeno 150 chili di coca da strada, per un valore che sfiora i 15 milioni di euro». Allertata immediatamente la Procura di Civitavecchia, i due sono stati arrestati e spediti nel carcere di Borgata Aurelia. L’accusa? Traffico internazionale di droga. Un’operazione, questa, frutto della collaborazione tra la dogana e la Guardia di finanza dello scalo romano che, attraverso l’analisi e il controllo dei «voli a rischio» in arrivo nel territorio nazionale, ha individuato i narco-sposini. Le indagini, però, proseguono. A chi era destinata la cocaina? Chi sono, insomma, i committenti, i finanziatori, dell’ennesimo carico di «polvere bianca» che varca le nostre frontiere? I corrieri appena arrestati, del resto, si vanno ad aggiungere alle decine di «cavalli» già bloccati da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza dall’inizio dell’anno con altrettanti chili di cocaina nascosta in posti insospettabili. Secondo gli stessi inquirenti una percentuale minima rispetto alla droga che, purtroppo, ogni mese arriva su «piazza» e inonda il mercato. Di poche settimane fa la notizia di un maxi sequestro di coca diretta in Italia, ben 3.800 chili occultati in 40 contenitori cilindrici per pavimenti sintetici, avvenuto a Bogotà, Colombia. Probabilmente l’operazione più importante degli ultimi anni nella guerra contro i narcos e che rende l’idea di un fenomeno in via di espansione. Tempo fa una barca a vela salpata da Fiumicino, con a bordo due skipper di Ostia, è stata abbordata al largo delle Canarie dai guardiamarina spagnoli sulla rotta di ritorno dopo un viaggio in Costa Rica. All’interno dei parabordi 2.

500 chili di cocaina allo stato puro.

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