Come nasce un birrificio? La passione diventa lavoro

Tre amici facevano la birra in casa. Ora sono tre soci che producono birra in un laboratorio artigianale. A Seregno

Come nasce un birrificio? La passione diventa lavoro

Sei birre artigianali dalle etichette giovanili come Zibra o Giasa. Ogni nome è un pezzo della storia del nuovo birrificio artigianale a Seregno. «Io e Tommaso Colombo dai tempi dell’università facevamo la birra in casa», racconta Benedetto Cannatelli. Un altro amico storico si coinvolge. E’ Stefano Zanetto. Hanno iniziato in tre. Ora, con Francesco, Franco, Gianni e Davide, i soci sono sette.

Nel 2010 creano il primo laboratorio acquistando un impianto pilota per produrre birra, per sperimentare. Hanno iniziato a lavorare negli spazi della bottega del nonno di Benedetto, la cui falegnameria è tra due ferrovie.

Benedetto è un 1983 ed è Ricercatore sui temi di imprenditorialità in Università Cattolica a Milano. La svolta succede sei anni fa, mentre è all'estero per il phd in Entrepreneurship. «Una delle principali riserve che avevo sul mio percorso professionale era di insegnare l’imprenditorialità avendo maturato poca esperienza lavorativa sul campo prima di iniziare il dottorato». Torna in Italia e mette a frutto le sue ricerche imprenditoriali iniziando a produrre birra insieme ai soci. Nel 2013 viene costituita la società. Nel 2014 iniziano con una configurazione da beerfirm, come produttori che non possiedono un impianto proprio ma si appoggiano a un birrificio locale per realizzare le proprie ricette. Dopo l’ingresso dei nuovi soci hanno acquistato gli impianti necessari. «Così ho unito una passione al mio lavoro guadagnando molto a livello di esperienza, ricerca e insegnamento. Gli studenti vedono in me uno giovane, che sta rischiando, imparando e che, quindi, può condividere con loro un insegnamento. È un processo continuo».

Come nasce una ricetta? «È un lavoro che richiede molto studio. Partiamo da un gusto che piace a noi e da uno stile di riferimento. Si cominciano a fare delle prove e si personalizza muovendo le variabili. All’inizio facevamo molte prove, ora c’è più familiarità quindi, dopo poche prove, si mette in produzione. Quest’anno abbiamo appena aggiunto la Logan e entro la fine dell’anno ne aggiungeremo altre due».

Su una linea di 5 km ci sono tre birrifici ma, assicurano, non prevale la concorrenza bensì la collaborazione. E i fatti lo provano. Prima di partire con l’impianto di proprietà, i ragazzi producevano presso un altro birrificio. I birrai della zona hanno permesso loro di imparare e crescere. Tiziano, durante un corso di degustazione, ha conosciuto Benedetto e ha condiviso le proprie conoscenze per aiutarli a partire con l’attività. La passione per la birra apre nuove strade, sempre. «Siamo rimasti in contatto. Tiziano intanto si era preso una pausa dal suo lavoro e aveva iniziato a viaggiare per l’Europa in bici, facendo tappa in molti birrifici. Ha incrementato la sua già vasta conoscenza. A ottobre, quando abbiamo avuto bisogno di crescere, lo abbiamo chiamato chiedendogli di entrare nel nostro team. Ha impiegato un mese a tornare perché era in Romania e, da allora, lavora con noi».

L’innovazione è costante, c’è un continuo fermento. Alla fiera dell’artigianato hanno sbancato. Hanno presentato un regalo di Natale che in modo leggero potesse ricordare il senso del Natale. «Abbiamo le confezioni di birra da sei bottiglie e abbiamo pensato a un presepe alcolico: Maria, Giuseppe, Gesù bambino, il bue, l’asino e l’angelo.

L’anno prossimo ne produrremo di più perché abbiamo venduto molto bene».

Le giornate si dividono tra famiglia, che conta già tre bambine e un bambino, insegnamento accademico e produzione di birra.

«C’è una sinergia tra i due lavori perché quello che imparo da una parte lo porto dall’altra. Le giornate sono di molte ore. Stiamo strutturando le attività in modo che siano suddivise le responsabilità e ci stiamo riuscendo bene. Siamo amici tra noi e questo aiuta molto. La vita, insomma, è piena».

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