Nasce l’unità scientifica: «Ghisa? Chiamateci Csi»

Dopo la sezione anti-writers, il nucleo trasporti pubblici, l’Ufficio arrestati e fermati (cioè, la «questurina» creata appena una settimana fa per gestire i fermi e gli arresti) adesso arriva l’Unità di polizia scientifica. Il test è partito un anno fa, ma ora i «ris» degli incidenti stradali entrano a pieno regime. «Non chiamateci più solo ghisa», commenta il portavoce del Coordinamento sindacale autonomo, Roberto Miglio. In realtà proprio da una sigla, il Sulpm, era partita l’idea. Obiettivo, stanare i furbi che dopo un incidente fanno omissione di soccorso, scappano perché sono ubriachi, sono senza permesso di soggiorno o vogliono salvare i punti della patente. Su circa 22mila incidenti rilevati dalla polizia municipale in città in un anno, almeno in trecento casi l’autore dell’incidente non si è fermato a controllare le condizioni di motociclisti, pedoni o altri veicoli finiti a terra, feriti o peggio. Ma «l’80 per cento - ammette il portavoce del Sulpm, Daniele Vincini - grazie alle nostre indagini alla fine riusciamo a scovarlo». E la ricerca ora sarà ancora più veloce. «Un nostro agente si era messo in testa di catalogare tutti i battistrada esistenti - racconta -, un anno fa ci siamo trovati in mano un database che si invidiavano anche le altre forze dell’ordine. E dato che polizia e carabinieri sono oberati e le indagini sugli incidenti stradali rischiavano di andare a rilento, abbiamo pensato di creare una sezione specializzata, anche perché negli anni le omissioni di soccorso sono aumentate». Dunque: un gruppo di agenti è andato a studiare presso la polizia scientifica del Canton Ticino e ha ottenuto l’abilitazione. Ha seguito un corso anche presso i vigili del fuoco, per capire a fondo le origini degli incendi e come scovare indizi. Ora, quando avviene uno scontro o un investimento con omissione di soccorso, i vigili arrivano armati di vetrini e prendono le impronte degli pneumatici, raccolgono i vetri rotti, catalogano frammenti di fanali e tutto quanto può essere utile a risalire all’auto (e soprattutto al conducente) che si è dato alla macchia.
«Si tratta di una sezione di professionisti altamente specializzata - ammette Vincini -, i vigili periziano sul posto tutte le tracce possibili e le indagini possono andare molto più velocemente che in passato. E si può arrivare prima al risarcimento dei danni delle vittime coinvolte». Il sindacalista non critica il ruolo sempre meno tradizionale dei vigili milanesi, «per dare risposte ai cittadini è un bene creare delle unità ad hoc, il Nucleo trasporti pubblici ad esempio, o la task force che gira in borghese per stanare i graffitari.

Si tratta di ricerche che la polizia di Stato faticherebbe a fare perché ha già tanti incarichi o i risultati delle indagini arriverebbero a rilento».

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