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NASSIRYA? NO IL LUTTO È SOLO FEMMINISTA

Si può dire in molti modi, uno è questo: il 12 novembre il comune di Ravenna non ha ricordato in alcun modo i morti di Nassirya e ha rifiutato, pur richiesto, di mettere la bandiera a mezz’asta; ma oggi, 25 novembre, il comune celebra la «Giornata internazionale contro la violenza alle donne» e metterà la bandiera a mezz’asta. Diciamolo meglio: il comune di Ravenna non ha previsto celebrazioni per i 19 militari italiani caduti in Irak il 12 novembre 2003, e non ha messo la bandiera a lutto; ma oggi ricorderà le tre sorelle Mirabal fatte assassinare dal dittatore dominicano Rafael Leonidas Trujillo il 25 novembre 1960, e perciò metterà la bandiera a lutto.
Ancora: il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, a capo di una giunta composta da Ulivo, Rifondazione, Repubblicani e Comunisti Italiani, non ha neppure risposto all’interrogazione formulata dal consigliere comunale Gianluca Palazzetti e dal consigliere di circoscrizione Stefano Cortesi Siboni, entrambi di An: chiedevano se per la ricorrenza di Nassirya non «sarebbe stato opportuno porre a mezz’asta il tricolore che sventola dai balconi di Palazzo Merlato», anche perché «altri comuni della nostra provincia hanno provveduto». Risulta soltanto che il sindaco abbia informalmente risposto, chiacchierando, che «del resto Nassirya non l’abbiamo ricordata neanche l’anno scorso». Ultima sortita per dirlo: a Ravenna zero iniziative per Nassirya e niente bandiera a mezz’asta, ma per la citata Giornata contro la violenza alle donne il comune ha previsto un’esposizione, un ordine del giorno in consiglio comunale, alcune relazioni di studenti liceali, una mostra di pittura e soprattutto la campagna «Per molte donne la violenza è un pane quotidiano» realizzata in collaborazione con il sindacato Panificatori Ascom e Gapar spa. Più la bandiera a lutto.
Forza, venite fuori: provate a dirci che siamo antifemministi, ora, diteci che magari disprezziamo la Giornata contro la violenza sulle donne (che sia strabenedetta) e non che vogliamo solo evidenziare dove possa condurre il delirio del politicamente corretto, una dimensione dove si rimuovono i nostri soldati assassinati, una mancanza di amor patrio dove la bandiera a mezz’asta non viene issata appunto per dei patrioti, ma per recepire fastosamente una celebrazione fissata nel 1999 dalla santissima Onu, la neutrale Onu, celebrazione sconosciuta ai più. Diteci che è normale, diteci che siamo antifemministi anche se la rassegna stampa che abbiamo consultato, tra i giornali di Ravenna, evidenzia che l’unico articolo politicamente scorretto, sulla Voce di Romagna, l’ha scritto proprio una donna, Marianna Venturini: «Fan più paura gli schiaffi delle bombe».

Forza, diteci che è giusto così, che non c’è da scaldarsi tanto, ditelo magari ai nostri ragazzi che sono sparsi per il mondo a realizzare progetti di disarmo, di sminamento, di assistenza umanitaria ai rifugiati. Ditelo a loro: e magari, come supremo sforzo, in collaborazione col sindacato panificatori del Ravennate, mandategli un panino al prosciutto.

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