Natale in concerto con la Pausini

Natale in concerto con la Pausini

Aveva dato l’annuncio choc ai suoi fan dopo aver vinto l’ennesimo Latin Grammy: «Mi ritiro per due anni. Non sono stata una buona figlia perché la carriera mi ha tenuto lontana da mia madre per 16 anni, ora per un po’ mi dedicherò a lei». Ora che è tornata Laura Pausini ha intenzione (e come potrebbe accadere!?!) di non passare inosservata. Lo scorso novembre ha pubblicato il nuovo album, appropriatamente intitolato Inedito, e ora propone una tournée kolossal (in tutti i sensi) di centoventi concerti in un anno (Europa e Sudamerica compresi, dove la Pausini è una superstar di prima grandezza) già definita «la più colossale produzione mai messa in piedi da una popstar italiana».
Canterà anche i giorni di Natale - quella sera duetterà con Irene Grandi - e Capodanno la Pausini perché, come sottolinea con il suo verace impeto romagnolo, «Ora per me il Natale deve essere un giorno di festa da vivere tutti insieme, i cappelletti con la famiglia li ho mangiati per due anni di fila e non ne potevo più». E così si parte alla grandissima - dopo una prova generale a Rimini per il fan club domenica scorsa - con sei concerti al Forum di Assago da stasera a giovedì 29 con pausa per rifiatare solo il 24 e il 27.
Tutto è fatto per colpire, dall’inizio in cui la cantante dondola su un’altalena a mezz’aria (indossando una gonna lunga quasi cinque metri) alla scenografia e al palco creati da Mark Fisher (che ha lavorato con i Pink Floyd e gli U2 tanto per citare due nomi) e alle invenzioni del mago delle luci Patrick Woodrofe (già con i Rolling Stones) che ha definito il concerto «una specie di film fatto di episodi collegati». Niente da invidiare alle megaproduzioni americane, anzi. Sul palco c’è persino un corpo di ballo, un tempio - ispirato dal Bernini - con navate, colonne e capitelli e tanti effetti speciali a sostenere la musica. Oltre due ore di canzoni che debordano dalle ballate melodiche al rock, dai medley che cuciono insieme pezzi come La solitudine (che rimanda alle origini della sua carriera), Incancellabile, Strani amori alle deviazioni di Surrender che apre un capitolo dance con il tastierista Bruno Zucchetti che si trasforma in deejay passando per una baldanzosa versione di La mia banda suona il rock, omaggio a quell’Ivano Fossati che lunedì, col suo ultimo concerto agli Arcimboldi, si è definitivamente ritirato dalle scene senza (a sentir lui) possibilità di ripensamento. Lei invece ha mantenuto le sue promesse; il break è finito ed è più carica di prima, più vogliosa di stare vicino ai fan, di far impennare la sua voce potente e fiera della sua italianità tanto da cantare pochissimi brani in inglese ( tra cui Surrender appunto). Ha tradotto in italiano anche una canzone di Madonna ( Like a Flower da noi diventata Mi abbandono a te) perché, così famosa in tutto il mondo, è abituata con modestia a dire: «Non voglio cantare in inglese perché al di là di Bellinzona nessuno capisce le mie parole eppure tutti le cantano». Il Natale milanese sarà speciale, in coppia con Irene Grandi, così come il Capodanno romano la vedrà sul palco con Syria e Paola&Chiara.

Tutti modi per rimettersi in gioco, per reincontrare le amiche, per cambiare repertorio e per mostrare la sua generosità ad un pubblico sempre fedele, che l’ha attesa fino ad oggi e che non vede l’ora di riabbracciarla nell’evento pop che - piaccia o meno - sarà uno dei più importanti della stagione .

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