Natale e capodanno nell’Europa «low cost»

Città per città, una guida tra i segreti delle mete dei viaggiatori a basso costo, per scoprire che spendendo poco si può anche avere una vacanza di lusso

A Jules Verne non serviva una guida turistica per girare il mondo, e neppure a Emilio Salgari. Accendevano la fantasia e partivano per un universo vero o verosimile, attuale o futuribile. Ai viaggiatori di oggi invece una guida non basta: ne acquistano almeno due o tre, quella colta e quella per risparmiare, quella per fare i brillanti e quella per routard, quella in italiano e quella in lingua originale. Le leggono e le rileggono prima di partire, le ripassano in aereo, le ostentano già all'arrivo, poi cercano conferme di ciò che hanno letto e le sfogliano nervosamente per riconoscere monumenti, boutique, chiese perché soltanto se tutte le loro guide virtuali ne parlano allora meritano di essere viste, guardate, ammirate, raccontate al ritorno. Altrimenti non c'è tempo da perdere, si volta pagina ma soprattutto incrocio, si abbassa lo sguardo e si procede di capoverso in capoverso, verso una nuova segnalazione.
Oggi a questo panorama in technicolor di manuali per viaggiatori quasi perfetti se ne aggiunge un altro, Europa low cost, firmato da Marina Gersony, un ponderoso volume (724 pagine, Sperling & Kupfer Editori, euro 22) che ha per sottotitolo «Città per città, guida ai luoghi di tendenza per viaggiatori intraprendenti». Un lungo viaggio di carta che comincia ad Amsterdam e finisce a Vilnius, sorvolando Bratislava, sfiorando Cipro, passando per Leeds, entrando a Lisbona, zigzagando per Berlino, Madrid, Cracovia, Riga, Vienna. In tutto un giro d'Europa in una selezione di 25 città, purtroppo non rappresentativa di tutto il Vecchio Continente. Una guida non destinata ai turisti per caso ma ai viaggiatori in cerca non di dettagli, di piantine in scala, di fotografie e di indirizzi, insomma di quello che normalmente contengono i manuali turistici, ma di una spolverata di cultura, di nozioni, di aneddoti, di promemoria raccontati da decine di personaggi che in quelle città vivono, vi hanno abitato o perlomeno transitato.
La filosofia? La spiega Marina Gersony, giornalista con l'animo del globetrotter, che ha coordinato gli interventi di molti scrittori, di politici, di personaggi famosi e no, di altri giornalisti (molti proprio de il Giornale): «Non è una guida esaustiva e meno che mai tradizionale. Vuol essere piuttosto una guida di tendenza che offre una serie di spunti e indicazioni rapide su diverse città europee raggiungibili senza spendere molto». L'osservazione di partenza è che ormai per andare a Varsavia o a Berlino si spendono per il viaggio poche decine di euro e che dunque una volta arrivati a destinazione si può anche «investire» in un ristorante o in un albergo di charme, inseguendo il motto «low cost high style», «cheap and chic», anche se non mancano le indicazioni per chi vuole viaggiare completamente all'insegna del risparmio.
Una guida più d'accompagnamento che di servizio, per scoprire che ad Amsterdam c'è una biblioteca comunale (peccato non ci sia il nome) che oltre a prestare i libri presta pure le persone: gli abbonati possono affittare per un'ora un musulmano, un gay, un rom per parlare con loro e vincere il timore delle diversità. Che ad Atene d'estate gli alberghi fanno dormire persino sui tetti, che a Berlino ci si può mettere alla guida di una Trabant dell'ex Ddr e per un'ora (20 euro a persona) fare il giro della città ritornando agli anni del Muro, che sul lungo Danubio a Budapest sono allineate 60 paia di scarpe di bronzo omaggio dell'Ungheria alle vittime del nazismo, che a Cipro si può persino sciare sulle piste del monte Olimpo e a Dublino dormire all'Osmond Quay, l'albergo delle sirene citato da James Joyce nell'Ulisse. Ancora: che a Londra si può frequentare la scuola per maggiordomi ma anche soggiornare all'Easy Hotel, a Kensington, spendendo 5 sterline secondo la teoria e pratica del «book early pay less», chi prima prenota meno paga, che a Madrid al ristorante Al Baticano il vicino di tavolo potrebbe essere anche Pedro Almodóvar, che al Murano Hotel di Parigi si può scegliere ed impostare il colore della propria camera prima di andare a farsi fare il massaggio euforico all'Hotel George V. Sfogliando Europa low cost si possono anche mettere nel proprio bagaglio culturale alcune parole maltesi scoprendo che assomigliano al lombardo (ruttam, rottame, trumbun, trombone, ruffian, ruffiano e così via) e imparare che al parco d'Europa di Vilnius c'è la scultura più grande del mondo costruita con oltre tremila vecchi televisori che vista dall'alto sembra un albero. Il tutto ampliato con interviste al presidente della repubblica di Malta, con i consigli di un Lama per visitare la Parigi buddista, con quelli di una fotografa per girovagare nella Berlino visiva e di uno scrittore per scoprire la Budapest segreta.
Una guida «imperfetta», però, dove, come sempre, non tutti troveranno quello che cercano: per esempio non c'è nemmeno un rigo per chi vuole andare a Copenhagen, a Helsinki, a Rejkiavik, a Berna e in molte altre importanti città d'Europa e magari uno non parte da Roma o da Napoli per andare ad Amsterdam al ristorante siciliano Rosario, segnalato tra quelli dove la cucina è al top. Qualcuno, poi, troverà ovvio farsi ricordare che nei musei sempre di Amsterdam bisogna lasciare zaini e ombrelli e valigie al guardaroba perché così capita in ogni pinacoteca o galleria del mondo e ininfluente che tra le dodici ottime ragioni per visitare Budapest vi sia la possibilità di acquistare la «card» per visitare con lo sconto la città, cosa che ormai si può fare praticamente ad ogni latitudine. E così come non tutti rideranno alle barzellette sugli irlandesi riportate alla voce Dublino («Sapete perché non hanno i cubetti di ghiaccio? Perché hanno perso la ricetta»), chi ha visitato e amato Mosca noterà l'imperdonabile assenza, tra gli hotel consigliati, del Metropol, senz'altro l'albergo più affascinante e scenografico della città che sotto le sue spettacolari volte a vetrate ha ospitato tutti i nomi che contano del mondo (da Lenin a Bukharin, da Bernard Shaw a Isadora Duncan, da John Kennedy a Michael Jackson, soltanto per citarne alcuni) e dove vennero girate anche alcune sequenze del Dottor Zivago, così come quella tra i luoghi dello shopping più chic dei magazzini TsUM e della gastronomia Eliseev, e anche la mancanza della segnalazione che il teatro Bolscioi è chiuso per restauri già da alcuni mesi.
Ci si può consolare leggendo le ricette europee più appetitose (dal britannico christmas pudding all'olandese stroopkoek, la torta allo sciroppo, dai bryndzove halusky, gli gnocchetti di patate slovacchi, alla soliianka, la zuppa di pesce moscovita e alla pomidorowa, la zuppa di pomodoro polacca), le notizie di settore dal mondo gay, le indicazioni di buone letture ambientate nella città del proprio girovagare, e persino qualche parola di lingua lettone e polacca. La guida è anche un bel ripasso di curiosità e di tradizioni, tra i ricordi letterari e i proverbi di Dublino (per esempio: «Si è saggi finché non si parla») e le superstizioni di Cipro dove il martedì non si firmano contratti, non si parte e non ci si sposa perché è il giorno in cui l'impero bizantino cadde in mano agli ottomani e dunque è considerato sfortunato, tra l'itinerario per conoscere Praga con gli occhi di Kafka e le reminiscenze medioevali parigine di quando l'acqua della Senna era utilizzata per uso casalingo e si ricorreva a sortilegi per mantenerla pura bruciando legni e paglia umida per allontanare i demoni, possibili avvelenatori delle acque.

Tutto all'insegna di una nuova filosofia di viaggio che porta il mondo sempre più dentro casa e di un nuovo modo di girarlo soltanto apparentemente di basso profilo.

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