Il Natale prova a vincere la crisi: i regali ci costano 90 euro in più

Il Natale prova a vincere la crisi: i regali ci costano 90 euro in più

Caro Natale. In tutti i sensi. Nel senso che i prezzi in queste festività sono saliti, al punto da far spendere alle famiglie lombarde una media di 90 euro in più. Ma anche perché il Natale è sempre la magìa a noi più cara di tutto l’anno, quella vicina al cuore e, nonostante la crisi, la sua atmosfera fa ignorare la lievitazione degli euro sui cartellini, perché al regalo non si rinuncia: soprattutto viaggi e libri continuano ad essere le sosprese più desiderate.
In base alla stima della Camera di Commercio di Monza e Brianza il carrello della spesa in dodici mesi è aumentato dello 3,9%. Significa che un single spende 60 euro in più all’anno, una coppia 90 e una famiglia 130. Si può ridurre la sborso del 18% se si scelgono i prodotti in promozione. Salgono anche le cifre del caffè e dello zucchero, di conseguenza si fa più tosta la sosta al bar. Le consumazioni sono cresciute dello 3,1%. Chi vuole risparmiare su pranzi e cenoni potrebbe acquistare zamponi, cotechini, capponi, lenticchie, panettone e pandoro a Lodi, dove gli acquisti costano 7,9% in meno rispetto alla media lombarda. Le città più onerose per i risparmi sono Milano (+7,2%), Bergamo (+4,4%) e Monza (2,3%). Invece sono economiche Como (-4,8%), Lecco (-3%) e Pavia (-1,6%).
Dai dati della ricerca della Camera brianzola, eseguita con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza, tutti i generi alimentari sono scoppiati verso l’alto, mentre in diminuzione a Monza si sono registrati soltanto l’olio (-4,9%) e i pomodori pelati (-0,6%).
I lombardi andranno alla crociata della rinuncia e dell’austherity? No. Anche se per la strada le voci dei cittadini commentano che «i negozi sono vuoti e le mostre sono piene. Meglio, perché con la crisi ne guadagna la cultura», in realtà al pacchettino natalizio non rinuncia nessuno. Soprattutto a donarlo. Perché un dato della malìa natalizia evidenzia proprio questo senso di generosità: a Natale i doni si preferisce farli piuttosto che riceverli. Tanto è vero che esiste anche lo stress da regalo, di cui pare soffrire il 38,7% degli italiani, un’ansia procurata dal fatto che la ricerca a volte è estenuante per non deludere la persona destinataria del balocco.
In barba a Facebook e internet, la sorpresa più gradita sotto la barba di Babbo Natale, dopo il viaggio esotico o nella grandi capitali, rimane un buon libro, il sognante viaggio della mente, e la buona musica. Tra coloro che navigano in rete, i vecchi volumi da libreria battono l’abbigliamento e l’high tech. In questo tempo di manovre assassine per i portafogli, solo il 27,3% dei nostri connazionali ridurrà le spese, mentre il 66,6% è disposto a tirare la cinghia con l’arrivo di gennaio, ma non recede a godersi le festività come di consueto. I dati emergono da un’analisi su quasi 21 mila blog e tweet apparsi in rete tra il 15 novembre e il 10 dicembre 2011. In crescita gli oggetti scelti nei negozi ecosolidali (35,8%) perché qualsiasi gara consumistica è comunque sempre superata dal profumo del tradizionale spirito natalizio, che piace sempre come una volta.

Un profumo d’altruismo. Nessuno rinuncia all’albero o al presepe o a concedersi il riposo tra le pareti domestiche, facendo bilanci e analisi di un 2011 burrascoso, per prepararsi alle sorprese di un 2012 tutto da scoprire. Auguri!

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