da Milano
La proverbiale sonnolenza della capitale belga, questa volta non centra. Se nessun incubo libico, nessun «babau» Gheddafi è mai riuscito a turbare a Bruxelles le notti dei vertici della Nato, il merito va tutto alla loro indiscussa fiducia nei confronti del governo italiano e del ministro degli Esteri, Franco Frattini. Le sue parole, oltre alla dichiarazione di Palazzo Chigi in cui si riafferma come laccordo Italia-Libia «fa salvi tutti gli impegni assunti precedentemente dal nostro Paese, secondo i principi della legalità internazionale», sono state insomma più che sufficienti a tranquillizzare lAlleanza atlantica dopo il nuvolone di sabbia sollevatosi (o fatto sollevare?) nel cielo di Tripoli. Il leader libico, come si ricorderà, aveva infatti affermato che nel recente accordo firmato con Silvio Berlusconi vi fosse anche limpegno di Roma a non concedere luso delle basi Nato in territorio italiano nel caso di un eventuale attacco al Paese nordafricano.
«Il ministro Frattini - ha dichiarato ieri James Appathurai, portavoce dellAlleanza atlantica - ha assicurato che lItalia rispetterà tutti gli impegni e obblighi internazionali, e noi non abbiamo alcun dubbio in proposito». Appathurai ha precisato però di non aver «ancora parlato direttamente con la delegazione italiana» alla Nato, guidata dallambasciatore Stefano Stefanini, rientrato in sede ieri (dopo un breve periodo di ferie) proprio per poter prendere parte alla consueta riunione del mercoledì del Consiglio Atlantico insieme con i colleghi degli altri 25 stati membri. Nel corso dellincontro, hanno comunque spiegato fonti diplomatiche a Bruxelles, «nessuno ha chiesto informazioni allItalia sulla questione, nessuno è sembrato preoccuparsene» anche perché dellintera vicenda «non se ne è proprio parlato».
Una situazione insomma di calma piatta, quella in cui naviga al momento lAlleanza. E questo forse anche perché, come ironicamente ha sottolineato qualcuno dallinterno della Nato stessa, «non sempre le dichiarazioni del Colonnello sono del tutto esatte». Un modo come un altro per dire sia che Gheddafi non è certo nuovo alle sparate, sia che spesso le sue dichiarazioni vanno prese preventivamente (e prudentemente) con le molle.
Una fonte Nato ha peraltro aggiunto che quantomeno su base teorica rientra nei legittimi diritti di uno stato membro dellAlleanza opporsi allimpiego di basi sul proprio territorio per determinati scopi. Problema che in questo caso sarebbe esclusivamente di natura politica. «La Nato per lo più non possiede lintera base in uno stato membro, ma ha proprie installazioni su quella esistente del Paese ospite», ha proseguito la fonte. Spiegando poi «che se uno stato membro decide di usare basi poste sul territorio di un altro alleato per unazione militare, informa il Paese ospite». Il quale, una volta informato, «può benissimo rifiutare limpiego della base». Dunque, in teoria, lItalia potrebbe opporsi allutilizzo di basi Nato per un fantomatico attacco alla Libia, se mai questo dovesse concretizzarsi.
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