Nato-Russia, Berlusconi al vertice del disgelo

Lo ha detto a Dmitri Medvedev, lo ha ripetuto e a Barack Obama: «Mosca e la Nato devono tornare allo spirito di Pratica di Mare». E oggi a Corfù Silvio Berlusconi dimostrerà di essere pienamente convinto che il riavvicinamento tra l’Alleanza atlantica e il Cremlino sia a portata di mano. Sarà infatti l’unico primo ministro, assieme al padrone di casa il greco Karamanlis, a partecipare al Consiglio Nato-Russia, convocato a livello dei ministri degli Esteri.
Quello di stamane viene considerato, da tutti, il vertice del disgelo. Da quando, quasi un anno fa, l’Armata rossa intervenne in Abkhazia e nell’Ossezia del sud, la cooperazione militare tra est e ovest si è di fatto bloccata e un tentativo di riavvicinamento era fallito in maggio, quando un summit a Bruxelles era stato annullato da Putin a causa di nuove tensioni politiche in Georgia e dell’espulsione per spionaggio di due diplomatici russi accreditati presso la sede dell’Alleanza atlantica.
Ma secondo Palazzo Chigi questo può essere il vertice della speranza, come lo fu quello di Pratica di Mare, nel maggio 2002, quando la Russia e i Paesi occidentali si impegnarono a risolvere congiuntamente i problemi legati al terrorismo, alla proliferazione delle armi, alla gestione delle crisi. L’intesa durò fino al 2004, poi ci fu la rivoluzione arancione in Ucraina, Washington annunciò di voler creare uno scudo missilistico in funzione chiaramente anti-russa e il Cremlino reagì con toni sempre più diffidenti, polemici, a tratti addirittura da guerra fredda.
L’America ha eletto un nuovo presidente, che parla un nuovo linguaggio, molto diverso da quello di Bush. E sono cambiate le priorità dell’agenda di Washington: quelle legate allo scacchiere euroasiatico sono scivolate dopo l’Afghanistan, l’Iran, l’Irak. Anche la Russia sembra più incline al dialogo rispetto al passato, sebbene con qualche esitazione. Il duo Putin-Medveded potrebbe approfittare della debolezza americana per aumentare la propria influenza ai margini dell’ex impero sovietico; come è avvenuto a Tbilisi e come potrebbe accedere a Kiev, dove sono previste nuove elezioni.
Berlusconi vanta eccellenti rapporti con entrambi i Paesi. Pochi giorni fa è stato ricevuto alla Casa Bianca ed è tornato in Italia persuaso che Obama gradisca ogni iniziativa in grado di favorire un riavvicinamento con Mosca. Da qui la decisione del presidente del Consiglio di intervenire al vertice di Corfù, che peraltro avviene a pochi giorni dalla prima visita di Obama al Cremlino, molto attesa per capire se una nuova era di cooperazione sia davvero alle porte. Berlusconi è convinto di sì e farà di tutto per smussare i contrasti.
Il vertice di Corfù verterà su due temi: il progetto del presidente russo Dmitri Medvedev di un nuovo Trattato per la sicurezza paneuropea e il rinnovo della missione degli osservatori Osce in Georgia. Il primo rappresenta un’ambizione di lungo periodo, il secondo risponde a un’esigenza concreta. Tra pochi giorni scade il mandato internazionale e se non venisse rinnovato ci sarebbe il rischio di una ripresa dei combattimenti. Ma Mosca chiede una missione separata solo nell’Ossezia del sud, che equivarrebbe a un riconoscimento della sua indipendenza e che nessun Paese occidentale è disposto a sottoscrivere.
Mancherà Hillary Clinton, che ha il braccio ancora ingessato e sarà sostituita da uno dei suoi vice, Jim Steinberg.

Ma sarà presente il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Al di là dei problemi contingenti, l’ambizione, come ha spiegato il ministro degli Esteri greco Dora Bakoyanni, è di «favorire un nuovo spirito di cooperazione tra est e ovest».

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