da Genova
«Belin, son scapou». Così il comandante della nave italiana Jolly Marrone, Ivano Mazzocchi, 57 anni, genovese, ha commentato a caldo lassalto dei pirati alla sua unità avvenuto ieri mattina nelle acque al largo della Somalia. I pirati hanno sparato con dei mitragliatori e hanno colpito più volte lo scafo. Mazzocchi ha fatto mettere i motori a tutta forza e ha distanziato gli assalitori evitando larrembaggio e mettendo in salvo i venti membri dellequipaggio, tutti italiani.
Laggressione è avvenuta intorno alle 11 ora italiana nel mare tra Mombasa e Gibuti, lontano dalla costa: la Jolly Marrone, una nave container di 31.175 tonnellate lunga 200 metri, è stata avvicinata da due barche di circa 6 metri con motori fuoribordo, dalle quali cinque persone hanno inziato a sparare armate di fucili automatici e bazooka. Gli assalitori hanno seguito la nave per circa 8 miglia poi la Jolly Marrone ha messo i motori al massimo, riuscendo a prendere un margine di distacco che ha fatto desistere i pirati. Appena scampato il pericolo Mazzocchi ha chiamato Genova, dove gli ha risposto il comandante Cervetto, responsabile della flotta: «Non era spaventato - ha detto Cervetto - anche perchè è un comandante molto esperto, ma la tensione è stata naturalmente alta. Per fortuna tutto è andato bene».
I pirati, secondo le prime ricostruzioni, avrebbero sparato diversi colpi colpendo lo scafo ma senza provocare danni. Forse il bazooka era finto, perchè non lo hanno usato».
«È andata molto bene - commenta Stefano Messina, uno degli armatori - è importante che lequipaggio sia uscito illeso dalla vicenda. Certo quelle acque non sono sicure. La situazione è caotica e queste sono le conseguenze». In quelle acque, infatti, i pirati in genere sequestrano la nave e chiedono un riscatto: «È successo pochi giorni fa a una petroliera straniera - spiega ancora Cervetti -. Lhanno portata sotto costa e si sono fatti pagare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.