"Sono stati minuti per me infiniti di aggressione fisica e verbale". Con queste parole una giovane modella ha denunciato l'aggressione subita sul treno in direzione Arcore sulla linea Ponte San Pietro-Milano Garibaldi, all'altezza di Arcore. "Mi ha aggredita dal nulla, dicendo che mi avrebbe uccisa", ha detto ancora la ragazza, colpita da calci e pugni. Ora l'uomo, un 26enne straniero già noto alle forze dell'ordine, è stato condotto preso il Cpr di Torino dove rimarrà fino a che le autorità non avranno espletato tutte le pratiche per il rimpatrio.
L'immigrato è stato possessore di regolare permesso di soggiorno ma questo non gli è mai stato rinnovato, pertanto risulta irregolare sul territorio italiano. Di recente, mentre si trovava a Palermo ha minacciato con un coltello una ragazza all’interno di un bar, anche in questo caso senza motivo. Una volta rintracciato, grazie alle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze, il questore di Palermo ha emesso nei suoi confronti il foglio di via obbligatorio per la durata di quattro anni. In qualche modo è riuscito a raggiungere il nord Italia ed è ricomparso in Brianza dove ha aggredito la donna. È stato riconosciuto mercoledì 5 dal personale della security di Trenord alla stazione di Carnate e immediatamente segnalato alla Polizia Ferroviaria, che ha proceduto a fermo.
Condotto presso la Questura per le operazioni di fotosegnalamento, il personale del Gabinetto di Polizia Scientifica ha confermato la sua identità e il questore di Monza ha deciso per lui il trasferimento presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino per il tempo necessario. Le evidenza dimostrano che si tratta di un soggetto socialmente pericoloso e, data la sua condizione di irregolarità sul territorio, si è deciso per il rimpatrio il prima possibile.
In questa storia colpiscono però anche le parole dell'ultima vittima, la donna aggredita sul treno, che ha raccontato che "mentre provavo a scappare l'unica cosa che mi ha salvato la vita è stato il mio spray al peperoncino, perché le persone guardavano senza provare ad aiutarmi".