La chiesa, i boschi, gli abiti sporchi di sangue: così è stato preso il killer di Cuneo

Probabilmente, quando i cacciatori l'hanno avvistato nei pressi di una chiesa, Sacha Chang dormiva. Indossava ancora gli abiti dell'omicidio

La chiesa, i boschi, gli abiti sporchi di sangue: così è stato preso il killer di Cuneo
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Sacha Chang ha eluso per due notti i controlli delle forze dell'ordine dispiegate nei boschi attorno a Montaldo di Mondovì, nel cuneese, muovendosi con agilità tra la fitta vegetazione. Aveva fatto perdere le sue tracce la sera del 16 agosto dopo aver accoltellato a morte il padre e un amico che li stava ospitando nella sua casa in Piemonte. All'origine del duplice omicidio ci sarebbe una lite con il padre. Questa mattina, però, Chang è stato rintracciato in località San Bernardo di Torre Mondovì, a pochi chilometri dal paese. Il giovane era stato localizzato da un militare nei boschi, ma è poi riuscito a fuggire nuovamente fino a questa mattina quando i carabinieri lo hanno bloccato e arrestato.

Nelle ultime ore, oltre a decine di militari, si era unito alle ricerche anche un gruppo di cacciatori. È stato uno di loro a raccontare a L'Unione Monregalese il momento in cui il 21enne è stato intercettato: "I boschi non avevano zone particolarmente impervie, ma l'area di ricerca era molto estesa, l'abbiamo battuta 'a rastrello' e alla fine il ragazzo è stato trovato nei pressi di una cappella: probabilmente dormiva". È apparso in buone condizioni di salute ma stremato da quella permanenza nei boschi, motivo per il quale, dopo il passaggio in caserma, verrà accompagnato in ospedale per dei controlli. Questo anche alla luce del fatto che il 21enne soffrirebbe di alcuni problemi psichici. Alla vista delle forze dell'ordine, il killer olandese non ha opposto alcuna resistenza.

Si trovava su una panchina ed era vestito con gli stessi abiti che indossava al momento dell'omicidio, che infatti erano ancora sporchi di sangue. Al momento dell'arresto non indossava la maglia, che aveva comunque con sé. A fermarlo sono stati due carabinieri di Limone Piemonte, che dopo aver verificato che non fosse armato lo hanno portato via. Il giovane ha preferito non proferire parola dopo l'arresto e ora spetterà al magistrato di turno farsi raccontare cosa è successo mercoledì pomeriggio in quella casa di Montaldo di Mondovì.

"Sono rimasto in contatto per tutto questo tempo con il sindaco di Montaldo Mondovì, Giovanni Balbo, al quale ho rinnovato alla comunità da lui guidata la vicinanza di tutti i cittadini della Granda. Parimenti, esprimo l'apprezzamento dell'intera provincia alle forze dell'ordine coinvolte nella ricerca e nelle indagini", ha dichiarato il presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo. I carabinieri di Cuneo hanno spiegato in conferenza stampa di aver "probabilmente salvato la vita" al ragazzo viste le asperità dei luoghi in cui il giovane olandese accusato di duplice omicidio ha portato avanti il suo tentativo di fuga.

In questi giorni si è dato per certo che il ragazzo soffrisse di disagio psichico ma i carabinieri riferiscono che "non sono stati trovati documenti relativi al suo stato di salute, è un ambito suscettibile di accertamenti". Il ragazzo olandese "si trova nell'ospedale di Mondovì dove si sta rigenerando dopo una fuga che l'ha lasciato spossato anche se è in buone condizioni".

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