Da anni si parla dei danni del cambiamento climatico, ma guai ad alzare la mano per dire che qualcosa non torna, che non è tutto vero ciò che viene detto o scritto. Si viene presi di mira e messi alla berlina. È proprio quello che è capitato al professor Roy De Vita, primario di chirurgia plastica ricostruttiva all’Istituto nazionale dei tumori, con più di diecimila interventi chirurgici.
Ecco cosa è accaduto. Un video pubblicato su Instagram dal professore è stato “oscurato” con il messaggio esplicito che contiene informazioni false. Il video in questione parla di uno studio di Nature, i cui autori sono corsi ai ripari, ritirandolo, perché hanno riconosciuto un errore di metodologia. In buona sostanza i presunti danni causati dal cambiamento climatico sono inferiori a quelli prospettati dal lavoro pubblicato.
Gli studiosi hanno avuto l’onestà intellettuale di ritirare il proprio lavoro della prestigiosa rivista scientifica, fatto di cui ha parlato anche il giornalista Federico Rampini. De Vita ha pubblicato il suo video, per sottolineare questa notizia ed esprimere alcune considerazioni al riguardo ma, dopo tre giorni, ha scoperto che era scattata la censura. Questo è ciò che si legge su Instagram: "Informazioni false, Fact-checker indipendenti sostengono che le informazioni di questo post sono false. Lo studio di Nature sul clima non è stato ritirato per dati falsi o manipolati. Fonte: Open".
“Era dai tempi di Biden che non succedeva”, osserva De Vita. Quando gli chiediamo a cosa si riferisca ci racconta: “Un eurodeputato olandese aveva chiesto alla presidente di Pfizer in un'audizione al Parlamento europeo se il vaccino anti Covid fosse stato adeguatamente testato sul contagio. E la risposta di Pfizer fu no. Io condivisi quel video che fu bollato come contenente informazioni false. Qualsiasi commento è superfluo"
Ma torniamo all’ultimo episodio, legato al climate change. “Fosse stato Zichichi a farmi un appunto – argomenta De Vita – non avrei avuto niente da dire, ma se la decisione viene presa da impiegati di Open mi viene da ridere.
"In mano a chi siamo?", si domanda sconsolato.
"È abbastanza chiaro che c'è un diktat per cui non va scardinato il pensiero unico su certi argomenti. Di conseguenza tutto quello che va a mettere in discussione questa verità assoluta non va bene e deve essere rimosso o bollato come fake news".