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Coltelli, sputi e calci: la polizia nell'inferno di via Cagni a Milano

Centinaia di persone ogni giorno si mettono in fila per le richiesta d'asilo e sono quotidiani gli scontri con la polizia che cerca di mantenere l'ordine

Coltelli, sputi e calci: la polizia nell'inferno di via Cagni a Milano Esclusiva

In via Umberto Cagni a Milano ogni giorno si vive l'inferno. Lo sanno bene gli uomini del reparto Mobile della polizia di Stato, e non solo, costretti a gestire ogni giorno centinaia di migranti irregolari che si mettono in fila all'ufficio immigrazione della Questura per avviare le pratiche d'asilo. "Via Umberto Cagni è sicuramente l'esempio per eccellenza dei frutti di una immigrazione senza controllo, che purtroppo ricade ancora una volta sulle teste dei residenti e soprattutto sugli uomini e le donne delle forze dell'ordine che devono gestire un fenomeno ingestibile", ha dichiarato Pasquale Alessandro Griesi, segretario regionale Lombardia del sindacato Fsp Polizia di Stato, raggiunto da ilGiornale.it.

La situazione di via Umberto Cagni dovrebbe essere ben nota alle autorità e alle istituzioni, visto che da anni gli stranieri si accampano davanti all'ufficio immigrazione, giorno e notte, estate e inverno, con tutto ciò che ne consegue. Ed è un'escalation quella a cui si assiste, come dimostra quanto accaduto ieri mattina, quando alcuni agenti di polizia sono stati aggrediti con spinte, calci e sputi dai migranti in coda. Il sindacalista ci ha spiegato che, per quanto gli uomini assegnati all'ufficio immigrazione non siano in numero adeguato per numero di pratiche da evadere, l'ufficio immigrazione di Milano "è il più performante in Italia per le presentazioni spontanee". A garantire il servizio d'ordine ci pensano gli uomini del reparto Mobile, costantemente presenti insieme a tutte le altre forze di polizia sul territorio.

Una situazione così non è più sostenibile, come denunciano i sindacati di polizia, che non si rassegnano alle scene a cui si trovano costretti ad assistere, spesso intervenendo per riportare la situazione alla calma a rischio della propria incolumità. "Nell'ultimo servizio di ordine pubblico abbiamo notato che gli immigrati, circa 250/300 persone, dopo diversi servizi televisivi e giornalistici, sono diventati molto più aggressivi. Hanno letteralmente aggredito una squadra del reparto con spinte, sputi e insulti, nell'attesa di un errore o una spinta più energica da parte dei poliziotti preposti, che sono costretti a fare da transenna per regolare il flusso d'ingresso", denuncia ancora Pasquale Alessandro Griesi.

Tutto questo mentre da Palazzo Marino le istituzioni non intervengono, lasciando tutto il peso della gestione sui poliziotti. Solo poche settimane fa il Pd pare si sia reso conto del degrado, senza però intervenire. Come se non bastasse, come denunciano i sindacati di polizia, gli stranieri in coda hanno costantemente il cellulare tra le mani e riprendono qualunque mossa degli agenti. Il motivo è ovvio: sono pronti a riprendere ogni minima sbavatura e passo falso dei poliziotti, per poi girare i video a qualche antagonista, che poi ci monta su un caso mediatico.

Comprensibile il disagio e la pressione subita dagli agenti, costretti a operare in scenari ad alta pericolosità, sotto provocazione e con i cellulari sempre puntati addosso. E per capire cosa si intende per "alta pericolosità" bisognerebbe trovarsi a passare in via Cagni in quei frangenti. Ieri, per esempio, durante la colluttazione tra gli stranieri e gli agenti, è stata rinvenuta anche un'arma bianca, ma non solo: "Mentre spingevano, a qualcuno è anche caduto un coltello a serramanico a terra. Inoltre, nella calca uno di loro è svenuto, tanto che i poliziotti preposti non riuscivano a tirarlo fuori, perché gli immigrati accalcati lo calpestavano incuranti".

Nel video esclusivo in allegato, si vedono decine di persone che, nonostante sia stata comunicata la chiusura dell'ufficio, continuano a rimanere in coda. "Questi sono i frutti di una immigrazione incontrollata che ora va gestita. Il problema si è dovuto spostare da via Montebello, dove già vengono gestite circa 300 persone giornaliere. Immaginiamo se si aggiungessero anche i numeri di via Cagni con annesso campeggio: lascio a voi le conclusioni", dice con amarezza Griesi.

Da anni questa è la situazione di via Cagni, ora attenzionata dai vertici istituzionali e dall autorità: "Sappiamo per certo che la questione è attenzionata dal prefetto e dal questore e che presto sarà convocato un tavolo congiunto in prefettura (questura, prefettura, comune e forse terzo settore) per tentare di arginare il problema. Ma diventa indispensabile che ognuno si prendesse le proprie responsabilità". Questo è il momento di agire, sottolinea Pasquale Alessandro Griesi e tutti devono dare il proprio contributo: "Questo fenomeno immigratorio incontrollato non ha soluzioni ma può essere solo gestito dalla collaborazione di tutti, nessuno escluso, e non come accaduto sino ad oggi sulle spalle dei singoli operatori di polizia". Un appello che si spera venga raccolto da chi di dovere.

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