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"Detenzione ultima istanza". L'avviso dell'Ue all'Italia sui migranti

Mentre il governo Meloni tenta di trovare una quadra per risolvere il probema migranti, l'Europa rema ancora una volta contro

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Ancora una volta l'Unione europea contesta le decisioni dell'Italia in materia di immigrazione. Il governo Meloni sta lavorando a misure per disincentivare le partenze dall'Africa ma da Bruxelles sembrano voler continuare a lasciar entrare chiunque in Europa, anzi, in Italia, considerando che tutte le frontiere di uscita verso il nord, quindi Francia, Svizzera e Austria sono state blindate con tacito assenso dell'Unione europea. L'unica frontiera rimasta aperta è quella con la Slovenia, che però è anche l'unica che funziona in entrata nel nostro Paese, terminale della rotta balcanica.

Appare evidente che in questa situazione l'Italia debba agire da sola per proteggersi e in quest'ottica è stato varato un nuovo pacchetto di misure che prevede, tra le altre cose, l'aumento dei tempi di detenzione all'interno dei Cpr. Ora i migranti irregolari in attesa di espulsione potranno rimanere qui per 18 mesi. Tra chi ora rischia maggiormente di essere rimandato nel proprio Paese di origine ci sono anche i sedicenti minori, che al loro arrivo hanno dichiarato un'età inferiore ai 18 anni ma che all'esame obiettivo sono stati dichiarati maggiorenni.

Ma l'Europa sembra non gradire. "Non commentiamo bozze di legge che non abbiamo visto finora", ha detto la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, in merito al nuovo decreto migranti del governo, che prevede una stretta anche sui sedicenti minori. In linea generale, però, la linea della Commissione è che "la detenzione è una misura che può essere applicata solo in ultima istanza, quando non può essere applicata alcuna misura alternativa". Alla luce di quanto accade nel nostro Paese, dell'enorme mole di migranti in arrivo e dei pericoli per la sicurezza, non ci sono misure alternative al momento disponibili.

E proprio per picconare il governo, non si fermano le fake news contro il nuovo decreto, già prontamente smentite. In una nota di Palazzo Chigi si precisa che è priva di qualunque fondamento la notizia riportata dal quotidiano la Repubblica, in merito alla quale è stata pubblicata anche un'intervista del Garante per l'infanzia, secondo cui nel nuovo decreto oggi all'attenzione del Consiglio dei ministri verrebbe abrogata la presunzione di minore età nei casi di dubbio.

Viene specificato che "viene soltanto eccezionalmente accelerata, in presenza di flussi particolarmente ingenti, la procedura di accertamento, effettuata sotto controllo di garanzia dell'Autorità giudiziaria competente".

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