Circondati, la palpeggiavano poi le minacce con la bottiglia: così è stata salvata dallo stupro

Un'aggressione da parte del branco, a Milano, nel centralissimo parco Sempione è solo l'ultimo capitolo di una deriva inarrestabile per la città

Circondati, la palpeggiavano poi le minacce con la bottiglia: così è stata salvata dallo stupro
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La morsa della violenza stringe e dilania Milano con sempre maggiore impeto. Il degrado diffuso, figlio anche dell'accoglienza indiscriminata che da anni ormai caratterizza Milano, il cui tessuto social si sta indebolendo anche a causa delle troppe presenze irregolari. La percezione di insicurezza in città è totale, difficile passeggiare senza tempere per la propria incolumità, anche in centro, come dimostra l'ennesima aggressione che è stata perpetrata ai danni di una turista di 28 anni in quello che un tempo era il salotto verde della città, il parco Sempione.

Milano è da sempre una città che vive di notte ma ormai le abitudini degli amanti della movida stanno cambiando per paura dei continui assalti perpetrati da clandestini ed extracomunitari in chiusura di serata. All'alba di venerdì, una 28enne danese esce dalla discoteca in compagnia di Massimiliano Cianci, pugliese da 10 anni a Milano. Hanno trascorso la serata nella stessa discoteca e al termine lui ha deciso di fare un pezzo di strada insieme a lei per farle compagnia. A un certo punto, Cianci ha necessità di un bagno e dato che i cancelli del parco Sempione erano aperti, decidono di entrare per utilizzare i bagni chimici posizionati poco distanti.

A quel punto avviene l'aggressione, due stranieri si avventano sulla ragazza per rubarle la borsetta, uno di loro brandisce una bottiglia di vetro rotta come arma. Ma attorno a loro si palesano anche altri stranieri: i ragazzi sono circondati e la prima cosa che viene loro in mente di fare è gridare per cercare aiuto. "Non sono andato nel panico, certo ero molto agitato ma sono pur sempre alto 1 metro e 93 e peso 90 chili. I tizi più vicini a me si sono allontanati, il primo pensiero è stato liberare la ragazza dagli aggressori, tutti magrebini", ha dichiarato il ragazzo al Corriere della sera.

Lo scenario descritto da Cianci è terribile ma, purtroppo, ben noto a Milano: "Fosse stata sola, cosa le sarebbe successo? L’ennesima violenza sessuale. Sono riuscito a riprenderla, non aveva la forza di scappare e mi è rimasta vicino mentre li affrontavo". L'uomo armato di bottiglia ha provato a colpire il ragazzo alla testa, ma con i riflessi d'istinto il giovane è riuscito a schivare il colpo ma nel farlo è scivolato con tutto il peso sul braccio, procurandosi una frattura, che dovrà essere operata nei prossimi giorni all'ospedale Fratebenefratelli di Milano per la ricomposizione con placche e viti.

"Milano non è più una città sicura, basta con ’sta storia che è solo percezione", si sfoga Cianci, spiegando che sui social ha ricevuto molte testimonianze di donne avvicinate e molestate in città.

"Sembra la normalità, non più una notizia", prosegue, spiegando che se potesse se ne andrebbe, dopo aver fortemente voluto vivere qui per studiare e, ora, lavorare. Ma la città non è più come prima, anche se la sinistra di Sala non lo capisce e nega l'evidenza.

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