Genova, l'ipocrisia del Pd che accusa Salvini di non garantire la sicurezza dei ferrovieri

Dopo anni di porte aperte per chiunque, il Pd ora accusa questo governo di non garantire la sicurezza. Lo stesso partito che grida allo Stato di polizia quando l'esecutivo ci prova e che che tenta di tutto per evitare ci riesca

Polfer | Immagine di repertorio
Polfer | Immagine di repertorio

L'accoltellamento ai danni del capotreno a Genova ha riaperto il grande dibattito sulla sicurezza nel nostro Paese. L'uomo è stato raggiunto da due fendenti all'altezza della scapola sinistra, sferrati da un egiziano che non voleva pagare il biglietto, non prima di essere colpito da pugni, schiaffi e calci da parte di una minorenne, sempre di origine egiziana, che si trovava con lui. Non è la prima aggressione ai danni di un professionista delle ferrovie e non sarà, purtroppo, l'ultima. Ciò che in questa vicenda stupisce, per usare un eufemismo ma che, soprattutto, fa capire l'ipocrisia delle opposizioni di governo, è l'attacco che stanno facendo al ministro Matteo Salvini, strumentalizzando l'aggressione del capo treno.

"Il primo che dovrebbe assumersi le proprie responsabilità è il ministro Salvini che ogni giorno si occupa di tutto tranne che dei trasporti e di garantire la sicurezza e i diritti dei lavoratori. Le continue aggressioni vanno fermate e meritano tutte l'attenzione del ministro, a prescindere dal colore della pelle e della nazionalità di chi le commette", attacca il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, il deputato del Pd Andrea Casu. Scrive che le aggressioni vanno fermate, ha ragione. E scrive anche che dev'essere fatto a prescindere dalla nazionalità di chi le commette, vero. Ma, statisticamente, queste negli ultimi anni vengono perpetrate in larga maggioranza da cittadini stranieri, con o senza il permesso di soggiorno. Gli stessi che il ministro Salvini, insieme a tutto il governo, sta cercando di contrastare per riportare la sicurezza del Paese, purtroppo senza successo. E non perché non ci stiano mettendo impegno, ma perché ogni provvedimento trova sia le polemiche da parte delle opposizioni sia gli stop da parte della magistratura.

Senza considerare il fatto che il ministro Salvini, proprio perché da ministro dell'Interno decise di mettere un freno deciso agli sbarchi per tutelare il Paese, ora rischia 6 anni di carcere. Le sue responsabilità, facendosi processare a differenza di altri, se le sta assumendo tutte. Ma non solo, perché Casu nella sua nota scrive: "Salvini colga questa tragica occasione per raccogliere finalmente l'appello di tutti i sindacati che, anche domani, sciopereranno contro l'assenza di iniziative concrete da parte del Governo per la tutela del personale e per un maggiore controllo da parte delle forze dell'ordine sui treni e nelle stazioni". Eppure, se l'onorevole del Pd avesse letto il comunicato dei sindacati, questi non puntano il dito contro il governo. Puntano il dito contro una situazione insostenibile, fatta di violenze e di aggressioni continue.

Ma questa non nasce due anni fa, nasce ben prima, quando le politiche di chi attualmente si trova all'apposizione hanno permesso a chiunque di entrare e soggiornare nel nostro Paese. Quanto accaduto al capotreno di Genova può accadere quotidianamente a chiunque passi per le stazioni di Termini e di Centrale, che sia un professionista, un passeggero o un semplice passante. Solo due settimane un agente della Polfer è stato costretto a sparare contro un immigrato armato di coltello per non essere accoltellato e purtroppo l'aggressore ha perso la vita e l'agente è sotto indagine per omicidio. Quanti esponenti del Pd hanno espresso la propria solidarietà all'agente per aver fatto il suo lavoro, scongiurando quanto poi è accaduto a Roma? Quanti, invece, hanno chiesto che venisse fatta luce e chiarezza, sottintendendo responsabilità da parte del poliziotto? L'agente Di Martino, che non ha sparato, è stato accoltellato da un altro straniero alla stazione di Milano Lambrate questa estate e solo per miracolo oggi può raccontare quanto accaduto.

Che in Italia esista e sia concreto un problema sicurezza è vero. Ma non si può certo addossare la responsabilità a questo governo, arrivato due anni fa con una situazione disastrosa e che oggi ha braccia e mani legate proprio da chi, oggi, grida che serve più sicurezza. Ed è quanto meno ipocrita che da parte del Pd, per tramite di Chiara Braga, capogruppo alla Camera dei deputati, si chieda al governo di far rientrare gli agenti dall'Albania per "richiamare i tanti agenti bloccati da mesi al controllo dei centri per immigrati in Albania ancora vuoti e che sarebbero più utili per garantire la sicurezza di tutti su treni e stazioni".

Tralasciando la richiesta di Braga rivolta a Salvini di non speculare su quanto accaduto a Genova, che nei fatti è ciò che hanno fatto le opposizioni fin dal primo momento, se il governo venisse lasciato lavorare sul progetto Albania, forse si ridurrebbero le possibilità che altri soggetti violenti, come quelli che già hanno fatto entrare a sinistra quando erano al governo, possano entrare nel Paese. Che poi, quelli che oggi gridano e chiedono maggiore sicurezza, sono gli stessi che mugugnano quando vengono implementate le misure di sicurezza, che si lamentano dello Stato di polizia.

Tutto questo dimostra solamente l'inadeguatezza di queste opposizioni, incapaci di sostenere il governo nelle azioni dirette a garantire la sicurezza di tutti perché rivolte solamente agli interessi di partiti piuttosto che a quelli della nazione.

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