Un gioiello architettonico ritrovato per guardare al futuro

Tutti i numeri del restauro. Tempi d’attesa dimezzati con self-service ibridi e nuovi nastri bagagli

Un gioiello architettonico ritrovato per guardare al futuro
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C’è un luogo a Fiumicino che racconta una storia fatta di visione futuristica: il Terminal 3, progettato negli anni ’60, è un’icona dell’architettura aeroportuale che ancora oggi affascina. Con la sua grande copertura che sembra accogliere i viaggiatori in un abbraccio, questo terminal si inserisce nella stessa tradizione di capolavori come il Twa Terminal di New York o il Dulles di Washington. Ma non è solo una questione di estetica: qui forma e funzione si fondono in un equilibrio perfetto, specchio del dinamismo del boom economico italiano.

Oggi, però, il Terminal 3 non vive solo di ricordi. Dal 2021 è stato protagonista di un ambizioso intervento di rinnovamento, curato da Adr Infrastrutture e Adr Ingegneria, che ne ha potenziato l’efficienza e modernizzato gli spazi senza stravolgerne l’anima. L’operazione ha interessato un’area di 41mila metri quadri, distribuita su tre livelli, dove ogni dettaglio è stato ripensato: dagli standard antincendio al miglioramento sismico, fino alla completa riqualificazione degli interni. E tutto questo mentre l’aeroporto continuava a funzionare, grazie a una pianificazione in due fasi. La prima fase, completata nell’estate del 2023, ha riguardato la parte iniziale del terminal, con tre isole check-in, sei nastri bagagli e un’area sicurezza dotata di undici scanner e e la riqualificazione dell’area passaporti Emigration. La seconda fase ha interessato la restante porzione del Terminal, inclusa la riqualificazione di tre isole check-in e quattro nastri bagagli, della frontiera Immigration e dell’area transiti. L’intervento ha determinato un’altra rivoluzione: banchi check-in ibridi, convertibili da tradizionali a self-service, e un raddoppio dei nastri per i bagagli, che ora scorrono su due linee parallele. Risultato? Tempi di attesa ridotti ed esperienza migliore per i passeggeri.

Nell’area arrivi i nastri bagagli sono passati da nove a quattordici, con una lunghezza complessiva raddoppiata: da 400 a 800 metri. Un cambiamento non da poco, che ha migliorato la distribuzione degli spazi e potenziato l’efficienza complessiva. Ma non è solo questione di numeri: tutto, dai controsoffitti alle luci, è stato ripensato per creare un ambiente accogliente e funzionale.

Dietro queste trasformazioni c’è un lavoro imponente: 7.000 metri cubi di calcestruzzo, 1.300 tonnellate di acciaio, 600 chilometri di cavi elettrici, 3.

100 rilevatori antincendio, 88 estrattori di fumo e oltre 4.000 lampade. Numeri che raccontano una sfida ingegneristica senza precedenti, con interventi come il rinforzo dei pilastri in cemento armato e l’adeguamento antisismico delle strutture.

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