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"Giornalista, ti ammazziamo". Così gli antagonisti hanno organizzato l'assalto ProPal a La Stampa

Askatasuna rivendica le violenze. Solidarietà al direttore del quotidiano dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla premier Giorgia Meloni

"Giornalista, ti ammazziamo". Così gli antagonisti hanno organizzato l'assalto ProPal a La Stampa
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Giornali scaraventati per terra, così come libri, oggetti personali di ogni tipo presenti sulle scrivanie dei giornalisti. E scritte con vernice spray sui muri della redazione: "Free Gaza", "Free Shanin", "Giornali complici di Israele", "Fuck Stampa". Sono le dolorose immagini del blitz di ieri nella sede di via Ernesto Lugaro a Torino de La Stampa, da parte di una frangia di sedicenti "Pro-Pal". Il gravissimo episodio è avvenuto nel primo pomeriggio, quando la redazione era vuota per via dello sciopero proclamato dai giornalisti. Dalle immagini pubblicate sui social, i manifestanti sono entrati in redazione al grido di "Giornalista, ti ammazziamo", "Ti uccido giornalista". "Un giornale al servizio della Questura", e altri cori minacciosi nei confronti dei cronisti. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso solidarietà al direttore Andrea Malaguti e alla redazione de La Stampa, così come la ferma condanna della violenta irruzione nella sede del quotidiano.

L'attacco è stato rivendicato in diretta su Instagram dal collettivo di Askatasuna, che accusa il giornale di essere "complice dell'arresto in Cpr di Mohamed Sahir in sinergia con la Digos". Un attacco partito durante il corteo, prima coi fumogeni di copertura e poi con i cappucci in testa e le videocamere di sorveglianza strappate. E che mostra tutta la violenza degli antagonisti. Negli ultimi giorni, aveva destato scandalo il caso di Mohamed Mahmoud Ebrahim Shahin, Imam della moschea di via Saluzzo a Torino, che si trova oggi nel Cpr di Caltanissetta dopo che la Corte d'Appello di Torino ha confermato il suo trattenimento e la sua espulsione dall'Italia. Da qui i cori e le scritte "Free Shanin".

Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha telefonato al direttore del quotidiano per esprimere a lui e a tutti i giornalisti della testata la solidarietà per ciò che è accaduto. Per Meloni quanto accaduto rappresenta "un fatto gravissimo che merita la più assoluta condanna, ribadendo che la libertà di stampa e informazione è un bene prezioso da difendere e tutelare ogni giorno". La segretaria del Pd Elly Schlein ha espresso solidarietà e condanna per "l'inqualificabile episodio dell'irruzione avvenuta nella sede del quotidiano torinese al termine di una manifestazione. Un atto grave e inaccettabile, ogni sede di giornale è presidio di libertà e democrazia”.

Identificate 34 persone

La Digos di Torino ha identificato 34 persone per l'assalto avvenuto nella redazione del quotidiano La Stampa. Le prime identificazioni sono arrivate dall'analisi dei filmati acquisiti. Secondo quanto si apprende, tra gli identificati figurano attivisti del centro sociale Askatasuna e dei collettivi studenteschi Collettivo universitario autonomo e Kollettivo studentesco autorganizzato, riconducibili sempre al centro sociale.

Tra le persone identificate, a quanto si apprende, c'è anche il sedicenne che era stato fermato e ammanettato davanti al liceo Einstein durante gli scontri tra studenti di sinistra e di destra. La Digos prosegue il lavoro per dare un volto agli altri partecipanti all'irruzione. Al momento non risultano ancora denunce.

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