
Salvatore Parolisi, responsabile della morte della moglie Melania Rea, potrebbe presto uscire dal carcere. Un'eventualità che non dà pace a Gennaro, padre della 29enne massacrata con ben 35 coltellate. In un'intervista concessa al Corriere della Sera, l'uomo si lascia andare a uno sfogo, finendo col domandarsi a cosa sia servito il sacrificio dell'amata figlia.
"Provo una rabbia che mi fa impazzire. Quell'essere immondo potrà rifarsi una vita. Mia figlia, invece, non tornerà più", esordisce Gennaro Rea, che non può accettare neppure il pensiero che presto Parolisi possa tornare in libertà. Una libertà che a Melania è stata invece preclusa. In questi ultimi anni Parolisi ha già ottenuto tutta una serie di permessi che lo hanno portato a lasciare le mura del carcere di Bollate, dove è stato recluso per scontare la condanna a 20 anni di reclusione. La scarcerazione, che potrebbe avvenire fra 3 anni, sarebbe l'ultimo smacco.
Un altro fatto inaccettabile, è che non sia stata riconosciuta l'aggravante della crudeltà. Il 18 aprile 2011 Parolisi uccise la moglie Melania con ben 35 anni coltellate, e di fronte agli occhi della loro bambina, seduta sul seggiolino dell'auto. Per i giudici si trattò di un delitto d'impeto. "Cosa avrebbe dovuto subire ancora mia figlia per definire quel gesto crudele? Chi uccide in quel modo, davanti alla propria figlia, non dovrebbe uscire più dal carcere. Invece oggi, come allora, si continua a morire e la giustizia resta cieca", protesta Gennaro Rea. Il pensiero va ovviamente al caso di Giulia Cecchettin: anche a Filippo Turetta non è stata data l'aggravante della crudeltà.
Secondo Rea nel nostro Paese manca ancora la certezza della pena. "Nulla è cambiato. Ogni giorno leggo di una donna uccisa da un uomo. Succede perché manca la certezza della pena, e perché chi dovrebbe restare in carcere a vita esce dopo pochi anni, magari per buona condotta. Ma che buona condotta può avere chi ha distrutto una famiglia?", si domanda.
Ma che ne è della figlia di Melania? Quella bambina, che aveva solo 18 mesi quando sua madre venne uccisa, è oggi una ragazza di 15 anni. Parolini non ha più la potestà genitoriale su di lei. La ragazzina, che ha cambiato cognome, vive con i nonni materni. Non vuole avere nessun contatto con il padre. "Per lei è un estraneo. È una ragazza giudiziosa, molto simile a sua madre. La guardo e rivedo Melania", spiega Gennaro Rea. Il timore, però, è che Parolisi possa voler riallacciare i rapporti con la giovane. Tuttavia, Gennaro Rea è irremovibile: "Non troverà mai una porta aperta. Non ha mai chiesto notizie di sua figlia, non ha mai scritto una parola di scuse. Non ha diritto di chiamarsi padre.
Quando uscirà, i nostri legali lo controlleranno. La sentenza prevede un risarcimento di due milioni di euro: uno per la famiglia, uno per Vittoria. Dovrà lavorare, dovrà pagare. Non faremo sconti. La vita che ha spezzato non può essere dimenticata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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