Milano, cercava di difenderlo ma il marocchino ha accoltellato il poliziotto: i secondi dell'orrore sui binari

Il taser che viene schermato dal giaccone e poi l'estrazione del coltello dalla manica: così Hamis ha accoltellato il vice-ispettore alla schiena portandolo in fin di vita

Milano, cercava di difenderlo ma il marocchino ha accoltellato il poliziotto: i secondi dell'orrore sui binari
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Hassan Hamis, il marocchino irregolare in Italia da oltre 20 anni che nella notte tra mercoledì e giovedì ha accoltellato il vice-ispettore Christian Di Martino, è stato notato per primo a Lambrate dagli agenti della Polfer. Alle 23.20 di mercoledì notte, come riferisce il Corriere della sera, i poliziotti lo notano a piedi sul binario 12: raccoglie i sassi dalla massicciata e li lancia di sotto. In questa azione inconsulta, colpisce una donna di 55 anni alla tempia, che sviene. Immediata la richiesta di soccorso da parte degli agenti, che allertano ambulanza e colleghi.

Sul posto si precipitano due volanti, tra le quali "Zara", il cui caposquadra è proprio il vice-ispettore Di Martino, 35 anni, da poco promosso al grado superiore. È quasi alla fine del turno e non esita un attimo a intervenire, anche perché è uno degli agenti della questura di Milano a esser stato addestrato all'uso del taser. Alla vista delle volanti, Hamis corre sui binari: i poliziotti lo rincorrono e, temendo che un treno lo possa travolgere, cercano di bloccarlo. Il vice ispettore gli intima di fermarsi e segue il protocollo: prima gli fa percepire la presenza del taser, lo aziona in modo tale che Hamis ne senta il sibilo, poi lo punta sull'uomo. Sono due le scariche che Di Martino dirige su Hamis: una lo colpisce alla gamba, l'altra al tronco ma viene schermata dal pesante giaccone che indossa il marocchino.

A quel punto, però, il vice ispettore riesce a raggiungerlo e lo blocca alle spalle. Ma Hamis, sul quale il taser non ha avuto effetto, lotta. I due finiscono a terra in un corpo a corpo di qualche secondo, durante il quale Hamis ha estratto il coltello dalla manica del cappotto. È un grosso coltello da cucina con la lama di 16 centimetri di manico e 20 di lama con il quale colpisce alla schiena il vice-ispettore, perforando milza, rene e duodeno. Di Martino urla per il dolore, perde molto sangue. Nel frattempo i colleghi, capendo la gravità di quanto sta accadendo, chiedono immediati rinforzi e un'ambulanza.

Due di loro riescono a tenere il vice-ispettore sveglio in attesa che arrivino i sanitari, mentre altri due bloccano il marocchino. Gli altri due agenti che si trovavano sul posto insieme a Di Martino, giunti con lui sulle prime volanti, restano contusi. Le condizioni del vice-ispettore all'arrivo dell'ambulanza sono disperate: il 35enne viene trasportato d'urgenza al vicino ospedale Niguarda dove viene immediatamente trasportato in sala operatoria. Il vice-ispettore ha perso molto sangue e sono necessarie 40 sacche di sangue e 30 di plasma per salvargli la vita. Viene sottoposto a diversi interventi nel corso della notte da parte del trauma-team, che per cinque volte è costretto a rianimarlo.

A intervento terminato, Di Martino è vivo ma le sue condizioni restano gravissime. I medici non sciolgono la prognosi e riferiscono che l'agente è ancora in pericolo di vita e che, probabilmente, si renderanno necessari nei prossimi giorni altri interventi. Nel frattempo, col pensiero rivolto al collega, gli agenti della polizia arrestano Hamis e lo traducono presso il carcere di San Vittore con l'accusa di tentato omicidio, lesioni, resistenza e per il porto del coltello.

L'udienza di convalida per il marocchino è prevista per questa mattina. Hamis è irregolare da oltre 20 anni sul territorio italiano, il primo fotosegnalamento risale addirittura al 2002 ma ancora gli investigatori non sono riusciti a capire quando possa essere arrivato in Italia. Nella banca dati esistono ben 22 alias riconducibili a lui, diverse denunce per attacchi al coltello, segnalazioni per sequestro, droga, rapina, lesioni. Solo pochi giorni prima di aggredire il vice-ispettore, lo scorso 5 maggio, era stato denunciato a piede libero perché minacciava con un rasoio i passeggeri di un treno Italo.

Ogni tentativo di espulsione dell'uomo, che ha ricevuto tre ordini di allontanamento dal Paese dalle questure di Napoli e Avellino, è caduto nel vuoto.

L'ultima volta il prefetto ha tentato il confinamento di Hamis in un Cpr, essendo un soggetto pericoloso, per agevolarne l'espulsione ma non trovando posti l'uomo è rimasto libero. L'Italia ha cercato anche la sponda con Rabat per chiedere collaborazione per il rimpatrio ma dal Marocco non sono mai arrivate risposte. E il dubbio è che l'uomo sia ben noto anche in Patria.

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