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"Ecco perché l'ho fatto". Sul caso dell'estate, ora parla l'uomo tradito

Massimo Segre non ci sta a passare per "violento" per aver esposto pubblicamente i tradimenti della sua promessa sposa: "Unico modo per evitare narrazioni distorte"

"Ecco perché l'ho fatto". Sul caso dell'estate, ora parla l'uomo tradito

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"Ecco perché l'ho fatto". Sul caso dell'estate, ora parla l'uomo tradito

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Nella giornata di ferragosto, la saga dei tradimenti della cosiddetta "Torino bene" si arricchisce di un nuovo tassello, inserito dallo stesso Massimo Segre, che con una lettera inviata a La Stampa ha spiegato i motivi per i quali ha deciso di rivelare pubblicamente i tradimenti della ex compagna. "Non vi è violenza ad affermare la verità pubblicamente. Raccontare che la signora Seymandi prima ancora di sposarmi, intesseva altre relazioni sentimentali non è violenza: è un fatto che – se la relazione fosse stata quella di una coppia aperta – non sarebbe stato preclusivo al nostro matrimonio", ha scritto il banchiere.

La sua è una difesa ai tanti attacchi ricevuti per aver dato in pasto alla pubblica piazza la vita privata della sua ex futura sposa. C'è chi l'ha addirittura accusato di "revenge porn" per quel gesto ma lui respinge ogni accusa: "L'unico modo per evitare narrazioni distorte, se non addirittura totalmente fantasiose, consisteva nel prendere l'iniziativa davanti a tutti i suoi amici, prima che potesse raccontare chissà che cosa su di me, se l'avessi lasciata 'privatamente'". Questo perché, continua, "la Signora Seymandi è talmente abile nel raccontare una propria visione della realtà che dovevo assolutamente preservare la mia reputazione, il dono più grande lasciatomi dai miei genitori".

In merito al video, Segre afferma che l'uscita non è stata dipendente dalla sua volontà "come invece incredibilmente affermato dalla Signora Loewenthal". Dalla relazione con l'ex compagna, Segre afferma di aver imparato l'importanza di comunicare e che d'ora in poi sul suo privato non ci saranno altre eccezioni: "Lasciarla pubblicamente è stato un gesto certamente forte, che mi è immensamente dispiaciuto fare nei suoi confronti e che mi è costato particolarmente tanto, perché totalmente lontano da quella mia maniacale riservatezza, comprovata dal fatto che le foto che mi ritraggono sono poche e quasi tutte non recenti".

Quindi, per chiudere, forse per sempre, l'argomento in pubblica piazza, chiosa: "Il problema della parità di genere non mi appartiene: mia mamma fu la prima presidente donna di una banca quotata in Italia e mi ha insegnato che le persone si giudicano per le loro qualità, non per il loro sesso".

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