Maxi operazione dei carabinieri contro la mafia nigeriana: cosa facevano i 20 arrestati

Blitz all’alba in tutto il Paese: oltre 300 militari impegnati per smantellare un sodalizio criminale radicato a Vicenza e attivo in diverse province italiane

Maxi operazione dei carabinieri contro la mafia nigeriana: cosa facevano i 20 arrestati
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Nelle prime ore di questa mattina è scattata una vasta operazione dei carabinieri di Vicenza su tutto il territorio nazionale. Il cuore dell’intervento si è concentrato nel capoluogo berico, ma l’azione si è estesa anche alle province venete limitrofe, oltre che a quelle di Frosinone e Viterbo. L’attività, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura di Venezia, ha previsto l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 20 persone. Si tratta – secondo gli investigatori – di un’importante cellula di mafia nigeriana radicata a Vicenza e con ramificazioni in diverse aree del Paese.

Un dispiegamento di forze imponente

Per portare a termine i provvedimenti, i carabinieri hanno mobilitato un dispositivo straordinario: 300 militari provenienti da tutta la regione Veneto, affiancati dai reggimenti Lombardia ed Emilia-Romagna. Impiegate anche le Squadre di intervento speciale dei reggimenti 7° Trentino Alto Adige, 13° Friuli Venezia Giulia e del 4° Battaglione Veneto. Al dispositivo si sono aggiunte l’aliquota di pronto intervento del comando provinciale di Padova, le unità cinofile antidroga e un elicottero del 14° Elinucleo di Belluno, fondamentale per il supporto aereo durante le operazioni.

Perquisizioni a tappeto in tutta Italia

Parallelamente all’esecuzione delle misure cautelari, sono state effettuate decine di perquisizioni domiciliari. Gli inquirenti puntano a raccogliere ulteriori elementi investigativi utili a delineare l’intera rete criminale, ricostruirne le attività e circoscriverne i canali di reclutamento e finanziamento.

Obiettivo: disarticolare il sodalizio criminale

L’inchiesta, sviluppata nell’ambito di un’indagine pluriennale, mira a disarticolare completamente l’organizzazione, che sarebbe attiva – secondo l’accusa – in traffici illeciti con rilevanza nazionale. L’operazione rappresenta uno dei più vasti interventi antimafia degli ultimi mesi nel Nord Italia, sottolineando la costante attenzione della Dda di Venezia nei confronti delle cellule etniche criminali radicate nel territorio.

Struttura del sodalizio: un’organizzazione stabile e ramificata

L'organizzazione criminale transnazionale è composta da 20 cittadini nigeriani, di età compresa tra 25 e 57 anni. Gli investigatori hanno ricostruito una rete articolata su più livelli, specializzata nell’importazione e nello smercio di cocaina ed eroina nelle principali piazze di spaccio del Veneto e della Lombardia. Il rifornimento della droga proveniva in modo costante dai Paesi Bassi, da dove un fornitore stabile curava l’approvvigionamento dello stupefacente destinato all’Italia. La gestione degli accordi con l’estero era affidata al capo del sodalizio, individuato dai carabinieri come promotore e coordinatore di tutte le attività operative nel territorio nazionale.

Corrieri ovulatori e viaggi settimanali attraverso la Francia

L’importazione avveniva tramite corrieri ovulatori ("body packer") che ingerivano ovuli termosaldati da 11 grammi ciascuno. Il tragitto era sempre lo stesso: Paesi Bassi – Francia – Ventimiglia, a bordo di treni passeggeri. Ogni viaggio portava in Italia circa un chilogrammo di droga. Su ciascun ovulo era tracciata una sigla utile a identificare il destinatario finale, elemento decisivo per ricostruire la capillare rete distributiva.

Episodi-chiave ricostruiti dagli investigatori

Durante i due anni di attività investigativa, sono stati documentati numerosi episodi significativi. Ad aprile 2025, a Padova: arrestata una 34enne con 1,1 kg di cocaina nel reggiseno, suddivisi in 110 ovuli, appena arrivata dalla Francia. A settembre 2024, a Camponogara: sequestrati 46 ovuli (500 grammi) di cocaina. Parte del materiale era stato gettato nello scarico per tentare di eludere il controllo. A settembre 2024, a Vicenza: fermato un corriere 35enne con 20 ovuli di cocaina, 18 dei quali ingeriti e poi espulsi in ospedale.

Il linguaggio criptico del traffico: "TOP", "SPA" e "fogli di caramelle"

Gli indagati comunicavano tramite un codice articolato che gli investigatori sono riusciti a decifrare. "TOP" indicava la cocaina, "SPA" l’eroina, "Pantaloncino" le dosi da 5 grammi e "Fogli di caramelle" il denaro contante. Un sistema linguistico studiato per depistare eventuali intercettazioni, ma risultato chiaro grazie alle attività tecniche dell’Arma. I carabinieri hanno sequestrato quaderni contabili manoscritti che documentavano incassi giornalieri, flussi di cassa e movimentazioni di denaro considerevoli. I proventi venivano in parte trasferiti tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani, per importi di decine di migliaia di euro, evidenziando la dimensione economica del sodalizio.

La decisione del Gip: rischio di fuga e "professionalità criminale"

Il Gip del Tribunale di Venezia ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti gli indagati, sottolineando l’elevato rischio di fuga e la "pericolosa professionalità" dimostrata dal gruppo.

Alcuni membri presentavano precedenti specifici, confermando la stabilità dell’organizzazione. L’operazione "Marshall" rappresenta un passaggio rilevante nella lotta al narcotraffico internazionale e alle organizzazioni criminali transnazionali attive sul territorio italiano.

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