
Ancora una protesta e ancora danni in un Centro di permanenza per il rimpatrio in Italia, stavolta a Bari Palese, dove gli immigrati hanno inscenato una protesta all'interno della struttura incendiando alcuni asciugamani e dando vita a fiamme pericolose che hanno causato ingenti disagi. Il pretesto sarebbero presunte condizioni igienico-sanitarie scarse all'interno della struttura e ora, come reso noto dal collettivo "No Cpr", ci sono 4 moduli danneggiati.
I Cpr sono strutture in cui vengono condotti i migranti irregolari, senza permesso di soggiorno e senza ragioni per restare in Europa, dove vengono trattenuti in attesa di essere rimpatriati nei Paesi d'origine. In molti casi le rivolte vengono fomentate dall'esterno, ci sono gruppi che incitano i migranti a ribellarsi e li supportano quando questo avviene al grido di "liberi tutti". Sono strutture spesso al centro di polemiche, perché da ambienti di sinistra viene contestata la ratio di riunire i soggetti da rimpatriare in un unico luogo in attesa di organizzare il rientro. La rivolta di Bari non è che l'ultima in ordine cronologico. Solo una settimana fa c'è stato un altro episodio a Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, dove ci sono stati anche 9 arresti in funzione del nuovo decreto Sicurezza, in cui è stato effettuato un giro di vite sui reati per la sicurezza degli operatori.
Ora si indaga sui disordini al Cpr di Bari, dove non risultano feriti. Alcune fonti riferiscono che diversi migranti sono anche saliti sul tetto durante a protesta a Bari e che si sarebbero lanciati, o sarebbero caduti.
Contro gli agenti che hanno cercato di entrare all'interno delle zone di rivolta sono stati lanciati anche numerosi aggetti contundenti e si è riusciti a riportare la calma solamente dopo 24 ore. Gli agenti denunciano spesso situazioni borderline con tentativi di evasione e danneggiamenti alle strutture e Bari ne è solo l'ultimo esempio.