"Non siete i benvenuti". Il cartello antisemita in ebraico sulla spiaggia in Sardegna

I cartelli non autorizzati sono stati rimossi dal sindaco. Nell'avviso agli israeliani, definiti "criminali di guerra", si legge anche: "Possono essere perseguiti dalla legge"

Immagine di Mario Carboni, Facebook. Spiaggia di "Su Giudeu"
Immagine di Mario Carboni, Facebook. Spiaggia di "Su Giudeu"
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L'antisemitismo non si ferma mai, nemmeno a Ferragosto. Si era detto "mai più" dopo la Seconda guerra mondiale, e invece a distanza di 80 anni gli ebrei sono di nuovo offesi e insultati. Financo minacciati. L'ultimo caso in Sardegna, per la precisione nella spiaggia di "Su Giudeu", a dimostrazione che i nuovo antisemiti non lasciano nulla al caso. Il nome della spiaggia nulla ha a che fare con gli ebrei, perché prende il nome da un polpo particolare che viene pescato da queste parti, nella zona sud-occidentale dell'isola, che in passato i sardi chiamavano "pruppu giudeu" per distinguerlo dal "pruppu cristianu", com'è chiamato il tipico polpo mediterraneo. Tuttavia, è qui che i fautori del "free Palestine" hanno issato il loro cartello.

All'ingresso della spiaggia, soggetti ancora ignoti hanno deciso di erigere un grande cartello non autorizzato in doppia lingua, ebreo e inglese: "I criminali di guerra non sono benvenuti in Sardegna e possono essere perseguiti dalla legge". Non mancano gli hashtag #stopgenocide e #freepalestine, con tanto di anguria. Nel cartello anche un'immagine di come dovrebbe essere a loro avviso la Palestina, con la cancellazione di Israele, e un motivo tipico sardo a corredo di tutto. In zona è già stato definito come "cartello della vergogna", anche perché pare che non fosse l'unico, e il sindaco di Domus De Maria, Maria Concetta Spada, ha fatto sapere di aver "proceduto con la rimozione" perché "non erano autorizzati" ed era anche "una questione di ordine pubblico".

Sono stati tanti i commenti dei sardi indignati per questo cartello: alcuni titolari di chioschi lungo le spiagge di questa zona dell'isola hanno riferito di essere stati contattati per le affissioni ma in tanti hanno detto di no. "Gli anonimi eredi dei nazifascisti e attuali sostenitori degli jihadisti islamici, autori di questo cartellone, dovrebbero firmare un manifesto con i loro nomi, affinché vengano aggiunti ai firmatari del manifesto della razza fascista degli anni Trenta", si legge nel post di Mario Carboni, presidente dell’associazione Chenabura – Sardos Pro Israele, che ha pubblicato l'immagine. "Anche allora c'erano dei sardi, come denunciava con disprezzo Emilio Lussu in un suo magistrale articolo in difesa dei giudei", si legge ancora.

"Finirà la guerra in corso e allora tutto sarà più chiaro e si dissolveranno le nebbie di questa ventata antisemita con la sconfitta di Hamas e la liberazione da questo mostro terrorista dei palestinesi che ne sono le prime vittime", si legge ancora. Il cartello, come spiegato da Carboni, non è stato rivendicato.

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