Milano, oltre 60 agenti feriti: la violenza su caschi, auto e divise dei poliziotti

Caschi e auto ammaccati dai lanci di oggetti contundenti contro le forze dell'ordine. Meloni: "Costrette a subire la prepotenza e la violenza gratuita di questi pseudo-manifestanti"

Milano, oltre 60 agenti feriti: la violenza su caschi, auto e divise dei poliziotti
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La giornata di Milano è stata una delle più violente dai tempi degli assalti dei Black Block per Expo 2015. Dalla mattina anche nel capoluogo lombardo si sono svolte le manifestazioni per la Palestina. Dicevano che sarebbero state pacifiche, che sarebbero state fatte dai buoni che chiedono la pace a Gaza per i bambini. Ma le immagini viste a Milano a Bologna raccontano un'altra storia, che parla di 60 agenti feriti e refertati in pronto soccorso solo nel capoluogo lombardo, fortunatamente non gravi grazie alla preparazione e alla capacità delle forze dell'ordine italiane di fare fronte anche a queste situazioni di emergenza. E anche grazie ai dispositivi di protezione come i caschi, che hanno protetto il capo degli agenti dal lancio incessante di oggetti contundenti.

Sono stati fatti oggetto di lanci di transenne, bottiglie, sassi, pali e pure piante e vasi del decoro urbano. Qualunque cosa i manifestanti avessero tra le mani che potesse causare un danno l'hanno scagliata contro gli agenti. Hanno perfino utilizzato i manicotti dell'antincendio contro la polizia in Stazione Centrale, dopo aver spaccato i vetri delle porte e rischiato di ferire gli agenti schierati a tutela dei passeggeri in transito, che per lungo tempo sono stati costretti a restare bloccati al piano binari, senza la possibilità di muoversi a causa degli scontri. Si contano anche una decina di fermi tra i manifestanti, che denunciano pure qualche contuso dagli scontri. Anche in questo caso si deve ringraziare la professionalità di uomini e donne in divisa che hanno tutelato la sicurezza della città senza cadere in becere provocazioni. Quello che è successo a Milano, ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, "è sotto gli occhi di tutti: una deliberata violenta azione di attacco verso le forze di polizia". Il premier Giorgia Meloni ha definito "indegne" le scene di Milano e ha offerto un "pensiero di vicinanza alle Forze dell'Ordine, costrette a subire la prepotenza e la violenza gratuita di questi pseudo-manifestanti".

"Uomini e donne in divisa presi di mira, spintonati, insultati, bersagliati da oggetti. Questa non è libertà di manifestare, ma squadrismo travestito da attivismo. Chi scende in piazza per invocare la libertà altrui, e lo fa aggredendo chi quella libertà è chiamato a difenderla per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, mostra il vero volto di un estremismo intollerante", è la dura nota di Domenico Pianese, segretario del Sindacato di Polizia Coisp. "È inaccettabile che i poliziotti diventino il bersaglio fisso di chi dietro slogan finto-solidali cerca solo lo scontro. Chi fomenta queste aggressioni e strizza l’occhio ai violenti va isolato con fermezza e non giustificato con l’alibi dell’impegno politico", aggiunge il sindacalista. "Non è protesta, è un’aggressione allo Stato, e chi continua a giustificare o minimizzare se ne assume la responsabilità morale e politica. I colleghi sono stati bersagliati da oggetti contundenti come spranghe e pietre che hanno perforato perfino i caschi d’ordinanza. Uno di quei sassi, pochi centimetri più in basso, avrebbe spaccato la testa di un agente. Questo è tentato omicidio", scrive ancora Pianese, che conclude: "Il rischio di strumentalizzazione degli incidenti non può prevalere sulla sicurezza degli operatori, i 60 agenti feriti nella manifestazione di Milano sono la prova che siamo stati usati come tiro al bersaglio". Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, ha rincarato la dose: "Nessuno osi tirare in ballo i nobili principi alla base di manifestazioni che, ancora una volta, si sono dimostrate solo la maschera di una follia inaccettabile, con città prese d’assalto e devastate, cittadini messi in pericolo, forze dell’ordine bersagliate a rischio della loro incolumità. Questi criminali saranno identificati e devono essere puniti severamente". E dal sindacato Sap, il segretario generale Stefano Paoloni tuona: "Soliti professionisti del disordine che cercano lo scontro indipendentemente dalla motivazione per cui si è svolta la manifestazione. Oggi le forze dell’ordine sono state sottoposte a ogni tipo di violenza - oltre a diverse cariche anche il lancio di bombe carta, sassi, bottiglie, fumogeni e oggetti vari - ma, a quanto pare, è stato scelto di non opporre resistenza se non quella di contenere i disordini".

Anche gli esponenti di maggioranza hanno espresso la propria solidarietà agli agenti fatti oggetto di violenza. "I facinorosi che hanno messo a ferro e fuoco le piazze sono soggetti ben organizzati, agitatori di professione, che hanno causato danni incalcolabili alla cittadinanza. Solidarietà alle forze dell'ordine che hanno come sempre mostrato grande professionalità", ha dichiarato l'onorevole Sara Kelany, che domani parteciperà a un incontro "per denunciare gli atteggiamenti ambigui dei movimenti Pro-Pal, che dal 7 ottobre di due anni fa, mascherati sotto il velo ipocrita dell'antisionismo, manifestano un antisemitismo odioso e da condannare senza tentennamenti". Il sindacato di Polizia Italia Celere è molto critico: "Chi paga per tutti i colleghi feriti come oggi a Milano? Non dovremmo assicurare noi l'ordine e la sicurezza pubblica? O forse l'impunità ed il divertimento di questi mistificatori conta più della sicurezza di tutti e della tutela dei lavoratori?".

Parliamo di gente, si legge ancora, "che nemmeno conosce la storia, che predica la pace facendo la guerra e distruggendo tutto e che poi piange se la Polizia, difendendosi, deve caricare. Ma non è più democrazia questa, non esistono più regole, chiunque può bloccare una tangenziale, una stazione senza che qualcuno dica o faccia nulla".

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