Eco ansia e generazione snowflake: una società in frantumi

Sempre più persone sono paralizzate dalla paura. Che però va sconfitta. Pena l'infelicità

Eco ansia e generazione snowflake: una società in frantumi
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Giorgia Vasaperna, la ragazza che si è messa a piangere di fronte al ministro Pichetto Fratin, è un'attrice. È lei a dircelo sulla sua pagina Instagram, insieme a quelli che sono i suoi valori e interressi: femminista, ally (ovvero le persone etero che supportano il movimento Lgbt), scrittrice, attrice, viaggiatrice e vegetariana. Tutto scritto in inglese, perché è, ovviamente, più cool. La ragazza, insomma, ha tutto per piacere al mondo che piace. Si è commossa - o forse è stata solo una performance, vista la sua professione di attrice - parlando di clima. Ha pianto, dicendo: "Io le confesso che ho molta paura per il mio futuro. Io personalmente soffro di eco ansia e alle volte penso che non ho un futuro perché la mia terra brucia. In questi giorni in Sicilia sta bruciando tutto. Io non so se voglio avere figli".

Fermiamoci un attimo e prendiamo in considerazione alcune parole pronunciate da Giorgia: "Soffro di eco ansia". Che cos'è l'ansia? È una tensione continua, che spesso sfocia nella paura, e che ci paralizza. Che ci fa vedere il problema senza farcelo affrontare. Intervistata da Repubblica, la ragazza ha spiegato il suo stato d'animo: "Le notizie di eventi estremi mi causano attacchi di panico. Prima di fare un acquisto ci penso decine di volte, per valutare l’impatto che avrà quel mio gesto sull’ambiente. Le api, sensibilissime all’inquinamento, non ce la fanno più a volare, e se io ne vedo una a terra mi sento oppressa dall’angoscia". Ora, la paura è umana. È un allarme che ci mette in guardia. Scrivono Alberto Gallazzi e Decimo Alcatraz in Onset mindset. Mentalità aggressiva in una società difensiva (Rdl Books): "La paura è utile ma non sempre essenziale. In particolare se la nostra vita non è sotto attacco, la paura è un ostacolo che ci trattiene e ci allontana dal divenire chi davvero possiamo essere". Se la paura ci condiziona a tal punto da non farci vivere bene la nostra vita, allora diventa una patologia. Ma se ne può uscire: "Fede non coraggio è l'opposto di paura. E qui parliamo di vera, pura, invincibile fede in se stessi, supportata dal proprio sistema di valori e credenze".

La ragazza è terrorizzata per il suo futuro. Perché non lo vede. Perché non ha fede, come direbbero gli autori di Onset mindset. E, se non hai fede, non puoi vedere vie d'uscita. Al punto che Giorgia non sa se desidera mettere al mondo dei figli. Ora, ricordo un amico siriano, conosciuto a Damasco, che in piena guerra aveva deciso di fare due figli perché anche dal dolore di quel conflitto (mezzo milione di morti accertati) potesse nascere, appunto, qualcosa di bello. Avrebbe potuto farsi prendere dall'ansia anche lui (e con qualche motivo in più di Giorgia) e smettere di uscire di casa. Avrebbe potuto dire: non voglio mettere al mondo figli. Ma non l'ha fatto. Ogni giorno che Dio gli ha mandato in terra, Khalil ha fatto il suo dovere e ha deciso che il male non poteva vincere. Che c'era una speranza. Non è quindi un problema di situazioni, che certamente ci condizionano. Ma di come reagiamo ad esse. Possiamo decidere di farci prendere dall'ansia, oppure di reagire. Sta a noi, insomma. "È sulla base del fare, che definiamo il nostro essere", scrivono Gallazzi e Alcatraz.

Ora, tutti abbiamo a cuore l'ambiente. Ma non si può andare in crisi di fronte a un acquisto. Anche perché, solamente nel campo dell'abbigliamento, ci vorrebbe davvero poco per cambiare le cose: abbandonare il cosiddetto fast fashion - Zara, H&M e Shein, per capirci - e scegliere le poche botteghe e sartorie rimaste. Si spende di più, certo. E, soprattutto, si rischia di non essere alla moda.

Giorgia è disposta a questo? È disposta, lei che si definisce traveller, ad abbandonare i voli low cost e a viaggiare diversamente? E anche per quanto riguarda il suo essere vegetariana, la ragazza sceglie prodotti a chilometro zero o si abbuffa di avocado che, a parte rare eccezioni in Sicilia e Sardegna, è coltivato principalmente in America centrale? Ma Giorgia questo non può farlo. È quella che in America è definita snowflake, fiocco di neve. Fragile e eccessivamente sensibile. E, infatti, va in frantumi. La paura vince. La fede perde, insieme, alla speranza di un futuro migliore.

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