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Il Pd ci ricasca: selfie e propaganda a bordo della Ong sanzionata

Dopo la Sea Watch nel 2019, il Pd torna a fare le passerelle su una Ong, stavolta a Massa Carrara sulla Open Arms sanzionata

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Il Pd perde i pezzi ma non il vizio e così ecco che ad anni di distanza dal primo tentativo, torna a far parlare di sé per una foto a bordo di una Ong. Era il 2019 quando i prodi dem abbordarono la Sea Watch, in quel momento bloccata al largo di Siracusa, e si fecero fotografare in mezzo ai migranti. Era l'anno della poderosa stretta di Matteo Salvini, che dal ministero dell'Interno aveva ordinato una strategia di no entry. Il Pd, che in fondo da anni non trova un'idea, pensò bene di fare la solita propaganda pro-immigrazionista a favore delle Ong, organizzazioni notoriamente di sinistra e anche supportate dagli stessi politici in diversi Stati d'Europa.

Passano gli anni, cambiano i segretari, ma il Pd resta lo stesso partito ideologicamente strepitante, incapace di trovare soluzioni o, almeno, di proporre uno straccio di idea, ma senz'altro capace di fare rumore con ideologie utopiche che non solo sono fini a se stesse ma, in molti casi, sono deleterie. E così ecco che dopo la Sea Watch, il palcoscenico propagandistico del Pd è diventato la Open Arms. Stavolta è stato più facile salire a bordo, visto che la nave non è al largo ma è ormeggiata al porto di Massa Carrara, bloccata per i prossimi 20 giorni per la violazione del decreto Piantedosi sulle Ong. "Abbiamo visto che per gli oltre 200 naufraghi che si recuperano ogni volta in mare è disponibile uno spazio angusto. Per questo abbiamo capito quanto siano disumane le scelte del Governo Meloni di indirizzare i migranti in porti lontani dal luogo di salvataggio, quanto sia disumano il decreto Cutro che vieta i salvataggi plurimi", scrive Ylenia Zambito, salita sulla nave insieme a Stefania Lio, vicesegretario del Pd in Toscana.

Sono talmente accecati dall'ideologia che non si rendono nemmeno conto che nelle loro parole ci sono contraddizioni intrinseche che vanno a spiegare indirettamente il decreto Piantedosi. Zambito, infatti, parla di "spazio angusto" sulla nave di Open Arms, ma poi dice che il divieto interventi multipli è disumano. Se a bordo di una nave non esistono gli spazi vitali necessari per garantire una navigazione comoda ma, soprattutto, sicura, come dice la stessa senatrice, il divieto di interventi multipli dev'essere visto come una forma di tutela proprio per i migranti. E i porti lontani dal luogo del salvataggio, se il Pd non se ne è reso conto, sono anche necessari per evitare di gravare ulteriormente su strutture di accoglienza al collasso in Sicilia a causa dei troppi sbarchi autonomi, e garantire pertanto migliori condizioni di assistenza.

Ma il Pd va per inerzia e ripete la litania della bassa percentuale di migranti portati in Italia dalle Ong, che in linea teoria e basandosi sui numeri di massima è anche vera. Ma quel che non viene detto dal Pd e dai sostenitori di questa teoria è che finché hanno operato sulla rotta Tripolitania, la percentuale riferita a quella rotta era molto più alta. E non è un caso che ora si siano spostati tra Tunisia e Lampedusa, dove hanno la certezza di fare un maggior numero di interventi, recuperando anche barchini non in imminente pericolo, come indicano le leggi internazionali. Ma al Pd non interessano i numeri ma solo avere un argomento sul quale ribattere al governo Meloni, anche se non si hanno gli strumenti per farlo.

Perché con un'opposizione ideologica e senza proposte, non si fa il servizio del Paese.

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