È stata ridotta a 10 anni, 11 mesi e 25 giorni la condanna per Gabriele Natale Hjorth, l’assassino del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, accoltellato nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 a Roma, nel quartiere Prati. La decisione è arrivata durante il terzo processo d’Appello, disposto dalla Cassazione lo scorso marzo.
Hjorth, accusato di concorso in omicidio, sta scontando la pena ai domiciliari nella casa della nonna a Fregene. Pena che è stata ridotta di 5 mesi perché la sentenza di Appello bis stabiliva una condanna di 11 anni e 4 mesi. Per Franco Coppi, avvocato di parte civile della famiglia di Mario Cerciello Rega, si tratta di "una soddisfazione morale minima, tenendo conto che siamo partiti dall'ergastolo e se la stanno cavando tutto sommato a buon mercato". Coppi, poi, conclude: "La sentenza ha confermato la sussistenza delle circostanze aggravanti, sulla pena sapevamo che c'era un errore di calcolo che è stato corretto e che ha portato a una diminuzione di pochi mesi", ha concluso.
Durissimo il commento del presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, che attacca: “La magistratura ci offre ogni giorno motivi per puntare a una totale riforma di questa istituzione". E ancora: "Ritengo che la magistratura, con questa decisione, si ricopra ulteriormente di vergogna. Ed esprimo pubblicamente la mia commiserazione nei confronti di chi ha preso decisioni del genere, rinnovando la mia solidarietà e vicinanza alla famiglia del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, a tutta l'Arma dei carabinieri ed a tutto il popolo in divisa che, ancora una volta, si vede offeso dalla magistratura italiana”. Anche secondo Antonio Nicolosi segretario generale di Unarma, Associazione Sindacale Carabinieri, si tratta di "una sentenza che grida vendetta. Chi ha tolto la vita a un Carabiniere in servizio oggi vede ridotte le proprie responsabilità a numeri che non rendono giustizia al sacrificio, alla divisa, alla missione di chi ha giurato fedeltà allo Stato". E infine: "La memoria di Mario Cerciello Rega meritava ben altro. Lo meritavano la sua famiglia, i suoi colleghi, l'Italia intera".
Rosa Maria Esilio, la vedova di Cerciello Rega, morto pochi giorni dopo essere tornato dal viaggio di nozze, attraverso il suo avvocato Massimo Ferrandino: "Questo processo così lungo, caratterizzato da una vergognosa slealtà processuale per confondere responsabilità e motivazioni per biechi interessi in termini di sconti di pena, non ha fatto altro che aggiungere altro dolore alla sofferenza per la morte violenta di mio marito Mario".
E poi conclude: "L'aver calpestato e infangato da parte di alcuni protagonisti di questa tristissima vicenda giudiziaria la memoria di un giovane sposo, caduto mentre espletava il proprio servizio, con la complicità di una certa stampa e di taluni politici, non hanno fatto altro che mostrare il volto disumano di un falso pietismo che respingo al mittente".