Rapinato in pieno giorno, il racconto choc: "Sono bastati 40 secondi, nessuno ha fatto nulla"

Emiliano Lasaponara vittima di una rapina choc a Torino in pieno giorno: "È stato disarmante"

Rapinato in pieno giorno, il racconto choc: "Sono bastati 40 secondi, nessuno ha fatto nulla"
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Erano solo le 9.45 di un normale venerdì mattina a Torino quando la gioielleria di Emiliano Lasaponara viene presa d’assalto da due banditi arrivati in monopattino. Sono incappucciati. Parcheggiano i mezzi. Tirano fuori una mazza dai pantaloni e iniziano a prendere a martellate la vetrina. Spaccano tutto, rubano tre orologi e scappano. Senza che nessuno, neppure i passanti, facciano nulla per impedirlo.

Intervistato da Quarta Repubblica, Lasaponara racconta quei drammatici secondo. “È stato disarmante - spiega l’imprenditore - abbiamo sentito un colpo, pensavamo fosse una bomba carta o uno scherzo. Quando ho alzato gli occhi ho visto questi due malviventi che stavano provando a spaccarmi la vetrina. Lì avevo quattro orologi, di cui tre sono stati sottratti”. Reagire in certi momenti è complicato. “Mi sono catapultato sul malvivente perché volevo bloccarlo, purtroppo però la doppia porta, un sistema di allarme che ci serve per non fare entrare i malintenzionati, mi ha bloccato”. Quando Lasaponara si avvicina alla vetrina, uno dei due banditi ha un ripensamento. Fa per andarsene. Poi però il “collega” fa il gesto della pistola e minaccia il gioielliere che quindi evita di uscire. A quel punto “vado in vetrina, provo a ritirare gli orologi ma proprio in quel momento" il bandito riesce a rompere il vetro. In 40 secondi il colpo è fatto per un valore di 46mila euro.

Erano magrebini, sono sicuro al 100% - spiega Lasaponara - Erano scuri di carnagione e poi li ho sentiti parlare una lingua araba”. Quando i malviventi scappano, il gioielliere prova a raggiungerli, ma senza successo. “La cosa che mi ha lasciato veramente disarmato - aggiunge - è il fatto che hanno fatto 500 metri di percorso sul marciapiede con i monopattini nell'indifferenza totale. Io correvo loro dietro, e nessuno ha fatto assolutamente nulla”.

Una rapina sfacciata, messa a segno in pieno giorno, con molta gente in strada. Lasaponara non aveva una pistola. Non l’ha mai voluta perché ne aveva timore.

Ma adesso, dice, “prenderò seri provvedimenti”. Anche perché non è la prima volta che accade: una volta gli hanno fatto un buco nella cassaforte, e in altri due casi ha subito due rapine a mano armata. Anche quando in negozio erano presenti dei familiari.

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