L'appello del professore contro gli ebrei: ecco cos'ha detto

Il docente in alcuni post su Facebook prende una dura posizione contro gli ebrei: "I fatti dimostrano che non ci sono israeliani buoni. La società israeliana è moralmente fradicia fin dentro le budella"

L'appello del professore contro gli ebrei: ecco cos'ha detto
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Eliminare gli ebrei dai propri contatti su Facebook. È l'invito fatto sui social da Luca Nivarra, ordinario di Diritto civile al Dipartimento di Giurisprudenza a Palermo. L’invito è rivolto a tutti coloro che sono contro la guerra tra Israele e la Palestina."Non voglio intromettermi in questioni che non mi riguardano direttamente - scrive in un lungo post su Facebook - ma avendo a disposizione pochissimi strumenti per opporci all'Olocausto palestinese, un segnale, per quanto modesto, potrebbe consistere nel ritirare l'amicizia su FB ai vostri "amici" ebrei, anche a quelli "buoni", che si dichiarano disgustati da quello che sta facendo il governo di Israele e le IDF. Mentono e con la loro menzogna contribuiscono a coprire l'orrore: è una piccola, piccolissima cosa ma cominciamo a farli sentire soli, faccia a faccia con la mostruosità di cui sono complici".

Il post ha suscitato una bufera di commenti e non poteva essere diversamente, qualcuno ha commentato in maniera netta e risentita, qualcun altro ha condiviso il post ma c'è anche chi ha rimosso il professore dai propri contatti Facebook. "Se c'è qualcuno che in questo ragionamento vede tracce di antisemitismo - ha scritto Nivarra in un post successivo - pazienza: mi denunci a chi gli pare; a me non parrebbe vero. Figurarsi poi di quanto mi importa del ritiro dell'amicizia di qualche proNet neanche tanto ben travestito da persona ragionevole ed equilibrata, sensibile tanto alle ragioni dei carnefici quanto a quelle delle vittime".

Secondo il docente universitario l'antisemitismo è un fenomeno che attraversa tutta la storia dell'Occidente: "si alimenta di ingredienti diversi per poi sfociare nell'orrore nazista - prosegue -. Il punto è che, a seguito della nascita dello stato di Israele, l'antisemitismo è stato scientemente usato come arma finale nei confronti di quanti manifestavano riserve sulla politica colonialista razzista e suprematista perseguita da Israele nei confronti dei palestinesi. Anche in questa occasione, che prelude alla soluzione finale della questione palestinese, gli israeliani hanno usato l'arma dell'antisemitismo per sottrarsi alle responsabilità che, via via che l'Olocausto palestinese procedeva, si andavano addossando".

"Non ci sono israeliani buoni"


Lo stesso Nivarra sempre in un altro posto scrive: "I fatti dimostrano che non ci sono israeliani buoni. La società israeliana è moralmente fradicia fin dentro le budella; Israele andrebbe bandita dalla comunità internazionale. Ormai sono precipitati in un sabba di violenza, distruzione, disconoscimento dell'umanità dell'altro: quel disconoscimento dell'umanità dell'altro che hanno appreso dai loro persecutori. L'Olocausto palestinese non placherà il loro odio nei confronti dell'umanità, troveranno presto, e lo hanno già dimostrato, nuovi bersagli sui quali indirizzare la loro ferocia e l'impunità di cui godono. Non ci sono israeliani buoni: sono stati allevati nell'odio e nel disprezzo di coloro a cui hanno usurpato la terra. E anche la diaspora, salvo alcune eccezioni, si è allineata. Quello che sta accadendo in queste ore è la ripetizione di quanto accadde con il ghetto di Varsavia.

L'unica cosa che possiamo impegnarci a fare è non dimenticare, interrompere ogni relazione di qualsiasi tipo, nei limiti delle nostre possibilità tenerli ai margini del mondo e non lasciare che il tempo corroda la memoria di una barbarie indicibile".

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