Camicia grigia con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale, basco o kepì grigio con il simbolo dellimmancabile aquila imperiale romana. Lequipaggiamento delle «ronde nere», come sono state immediatamente ribattezzate, prevede elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica (un randello, in effetti) di metallo nero.
Viste così, uno dice, vagamente inquieto: oh oh... e gli vengono in mente le camicie nere e quelle brune di Ernst Rohm, che fondò le Sa da cui, qualche tempo dopo, scaturirono le Ss. Poi si scopre che il fondatore, il genio che presiede alla nascita di questa Guardia nazionale italiana è Gaetano Saya, 53 anni, patron del redivivo Msi, nonché fondatore del mitico Dssa (Dipartimento studi strategici antiterrorismo) e gli viene un po da ridere. Perché più che a un implacabile, feroce, puro difensore della razza, Saya fa venire in mente gli sconclusionati nazisti da caricatura dei «Blues Brothers», quelli che danno la caccia al povero John Belushi.
Il Dssa, operativo dal marzo 2004, nacque dopo il sanguinoso attentato di matrice islamica alla stazione di Atocha, a Madrid. E secondo i magistrati che seguirono le indagini su quella formazione che imbarcava fior fior di spostati provenienti dallestrema destra, le finalità di Saya - un millantatore, un mitomane, secondo le risultanze processuali - erano di monitorare e contrastare il terrorismo. Le indagini furono condotte dalla Digos genovese che, nel luglio 2005, compì perquisizioni in diverse città italiane. Saltarono fuori false palette della polizia (molto simili a quelle vere), distintivi, sirene, placche di riconoscimento e una serie di «encomi solenni» conferiti agli affiliati del Dssa distintisi per meriti di servizio. Più tutta una serie di scritti piuttosto imbarazzanti sul predominio di certe razze su altre. Insomma, il perfetto bric à brac del nazista di ritorno.
Rinviato a giudizio nel 2004 per aver propagandato idee fondate sulla superiorità e lodio razziale diffuse attraverso il sito Destranazionale.org, Saya è uno che un giorno, convinto di far cosa gradita allattuale presidente del Consiglio disse: «Dopo Mussolini, il migliore è Berlusconi. Lui per noi è come Giulio Cesare. E noi siamo le sue legioni». Era il 2006. Cera in vista qualche tornata elettorale, e Saya era convinto che i voti dei nostalgici e la presenza della fiamma tricolore, «il nostro amato simbolo», fosse fondamentale nelle liste di Forza Italia. Di Fini, naturalmente, il fondatore del Dssa ha una considerazione piuttosto bassa. Due aggettivi, per definire la destra uscita dalla «svolta di Fiuggi». Una destra «moscia e venduta».
Sulle politiche in tema di immigrazione, Saya ha sempre avuto le idee chiare. «Bisogna chiudere le frontiere - ha sempre detto -. Subito. E poi bisogna espellere tutti gli immigrati clandestini e quelli reclusi nelle carceri italiane. Gli immigrati sono un pericolo: per la purezza della nostra razza».
Su Pacs e coppie di fatto, unaltra serie di sparate con le mani sui fianchi e il mento in fuori. «Non abbiamo niente contro i gay, contro i finocchi... Possono lavorare tranquillamente, ma senza essere visti. Devono rimanere il più possibile nascosti. La loro presenza, purtroppo, devia la nostra società. Quando un bambino vede, non so, uno come Vladimir Luxuria, che idee si fa sul sesso?».
«Come ripete sempre Berlusconi - ecco un'altra perla del nostro - tutto ruota intorno ai comunisti. Controllano l'intera società italiana, compresi i giudici.
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