Reggio Calabria - Sarebbero state alcune cosche della 'ndrangheta a gestire il traffico di immigrati clandestini sgominato dalla Dda e dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l'operazione "Leone"'. Gli immigrati pachistani e indiani, secondo quanto è emerso dalle indagini, giungevano in Italia grazie all'intervento delle cosche, che poi ne favorivano il trasferimento in varie regioni per il ricongiungimento con i loro familiari già presenti nel nostro Paese o per sfruttare occasioni di lavoro. L'inchiesta che ha portato all'emissione delle 67 ordinanze di custodia cautelare è stata condotta dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone. L'operazione era stata avviata mesi fa, e non ha nulla a che vedere con i recenti fatti di Rosarno in cui sono rimasti coinvolti immigrati africani. Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina contestato alle persone coinvolte nell'operazione è aggravato dalle modalità mafiose.
Brescia, sposa bambina Un caso di "sposa bambina" è stato scoperto a Brescia dagli agenti della squadra mobile. Si tratta di una romena che, all'età di 13 anni, nel settembre scorso, con il rito rom, si è sposata con un connazionale di 21 anni. Poi si è rivolta ai medici in quanto preoccupata perché il marito è affetto da Aids e la vicenda è quindi stata scoperta dalla polizia.
Ora, con le accuse di riduzione in schiavitù e violenza sessuale, sono stati arrestati il romeno di 21 anni e sua madre. Nel 2008, sempre a Brescia, era stato scoperto un altro caso simile: un kosovaro di 21 anni aveva sposato una dodicenne da cui aveva avuto una figlia. Per questo era stato arrestato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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