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'Ndrangheta: i legami con Mora e Giuliante L'interesse sugli appalti del Pio Albergo Trivulzio

I retroscena delle indagini della procura milanese sulla 'ndrangheta a Milano e in Lombardia

'Ndrangheta: i legami con Mora e Giuliante 
L'interesse sugli appalti del Pio Albergo Trivulzio

Milano - Dalla "aggressione" (definizione di Ilda Boccassini) alla Tnt, colosso mondiale delle spedizioni e dei recapiti a domicilio; alle mani sui locali pubblici; al controllo delle serate nelle piazze calabresi, al mercato dei tronisti e dei personaggi da rotocalco da fare sfilare al nord e al sud; i rapporti con gli ospedali milanesi, dove gli uomini dei clan utilizzano gli uffici come fossero cosa loro, per tenervi i summit al riparo dalle microspie; e, tanto per cambiare, il Pio Albergo Trivulzio, la leggendaria Baggina il cui destino sembra ritornare ciclicamente in quasi ogni indagine si svolga a Milano.

Nell'impressionante panorama tracciato questa mattina dalla Procura milanese a bilancio della retata scattata stamane contro la 'ndrangheta, a far spuntare il nome del Pio Albergo Trivulzio è lo stesso filone che porta in scena un personaggio che con la Procura milanese ha già le sue gatte da pelare: Lele Mora, l'agente televisivo finito sotto inchiesta per induzione alla prostituzione nell'ambito del Rubygate. Il nome di Mora è l'unico sul quale nella conferenza stampa di stamane Ilda Boccassini si è avvalsa del diritto di non rispondere: "Passiamo alla domanda successiva".

Ma è certo che il nome di Mora compare nelle carte, come vi compare quello del suo legale Luca Giuliante. Entrambi sono intercettati mentre parlano con Paolo Martino, il boss della cosca De Stefano arrestato stamattina. E di cosa si parlasse è lo stesso Giuliante a spiegarlo al Giornale: "E' un episodio, se ben ricordo, che risale a due anni fa. Questo Martino mi venne presentato da Lele Mora, che era in contatto con lui per l'organizzazione di alcune serate in Calabria. All'epoca facevo parte della commissione aggiudicatrice di un appalto per l'allargamento del Pio Albergo Trivulzio. Martino mi venne a trovare chiedendomi se potevo fare qualcosa per agevolare una azienda a lui vicina. Io lo ricevetti e con estrema cortesia gli spiegai che non potevo fare assolutamente  nulla, anche perchè la gara d'appalto era già stata chiusa".

Se il tentativo di sbarcare alla non va a buon fine, migliore fortuna arride alla operazione organizzata dai clan per mettere sotto controllo una lunga serie di locali pubblici, di piazzole per i furgoni che vendono panini, di negozi. Nelle mani dei clan erano il De Sade e il Babylon, famosi locali della notte milanese, e l'Officina della Birra di Bresso.

Arruolati dal clan di Pepè Flachi erano poliziotti e carabinieri che facevano il doppio lavoro nelle discoteche. E in rapporti con un collaboratore del clan, era un candidato delle ultime elezioni regionali nelle liste del Pdl, che chiese i voti della famiglia Flachi: e ne ottenne così pochi da non venire neanche eletto.

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