Milano - Era uscito dal carcere appena pochi mesi fa, dopo quasi vent'anni passati dietro le sbarre: e questa mattina Giuseppe Flachi detto Pepè, leader storico della malavita alla Comasina, il quartiere di Renato Vallanzasca, è tornato in carcere. Insieme a lui altri trentaquattro presunti appartenenti alla colonna milanese della 'ndrangheta, colpiti dall'ordine di custodia spiccato dal giudice preliminare Giuseppe Gennari su richiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e di tre pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia.
Terzo blitz Dopo i due blitz che l'estate scorsa aveano portato in carcere centinaia di capi e gregari dei clan calabresi in lombardia, per la terza volta - e in questa occasione sulla base di indagini della Guardia di finanza - viene assestato un duro colpo alle famiglie del crimine organizzato a Milano e dintorni. Nel mirino ci sono i traffici di droga, che continuano a essere il core business della 'ndrangheta al nord, ma anche i reinvestimenti nell'economia "pulita". L'anno scorso le indagini avevano scavato sul businness del movimento terra, stavolta invece si parla del traffico - per alcuni aspetti contiguo al precedente - dei rifiuti. E anche questa volta si parla di rapporti con il mondo politico. Non ci sono amministratori pubblici tra gli arrestati, ma si parla di alcuni politici - non di primissimo piano, a quanto si è capito finora - finiti nel registro degli indagati.
Antimafia L'operazione - i cui dettagli verranno resi noti alle 11 dal procuratore Edmondo Bruti Lberati - conferma insomma la strategia inaugurata da Ilda Bocassini alla guida della
direzione antimafia milanese: basta con le indagini che si fermano a piccoli o grandi episodi di spaccio di droga, bisogna dare l'attacco alla zona grigia dove si incrociano affari sporchi, economia pulita e istituzioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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