In anticipo sulla tabella di marcia, dieci delle principali banche Usa hanno ottenuto ieri lautorizzazione a rimborsare 68 miliardi di dollari ricevuti con il Tarp, il piano di sostegno del sistema finanziario da 700 miliardi varato dallamministrazione Bush.
Dopo lesito degli stress test cui erano stati sottoposti 19 istituti Usa per simularne la solidità patrimoniale, il segretario al Tesoro, Tim Geithner, contava sul recupero di 25 miliardi entro lanno prossimo. Tempi di rientro relativamente lunghi, apparsi sovrastimati non appena le richieste di mezzi freschi da parte delle banche erano state accolte con favore dai mercati. Allinizio della settimana, la Federal Reserve aveva infatti comunicato che le dieci banche cui era stato richiesto di rafforzare il capitale, erano ora in condizioni finanziarie sufficientemente robuste.
Pur in assenza di un comunicato ufficiale del Tesoro, gli istituti intenzionati a risarcire gli aiuti sono usciti allo scoperto ieri pomeriggio. Tra questi, JP Morgan Chase sosterrà lo sforzo maggiore, con 25 miliardi dirottati verso le casse federali. Morgan Stanley ha invece annunciato la restituzione di 10 miliardi, mentre U.S. Bancorp ne rifonderà 6,6 e American Express 3,4; da Bb&T arriveranno 3 miliardi, Bank of New York Mellon ha raccolto 2,9 miliardi per poter ripagare fino a 3 miliardi e State Street Corp ne restituirà due. Alloperazione di rimborso anticipato partecipano anche Capital One Financial e Goldman Sachs, con modalità ancora da precisare.
È evidente che la decisione presa dal gruppo di 10 banche segnala un recupero di stabilità del settore del credito, aiutato complessivamente con 280 miliardi a partire dallo scorso novembre, quando la piaga degli asset tossici si era allargata al punto da mettere a rischio lintero sistema finanziario. Ma non solo: restituire i prestiti significa anche non dover più sottostare alle regole imposte dallo Stato in cambio degli aiuti, a cominciare da quella sul tetto degli stipendi ai manager.
«Questi rimborsi - è stato il commento del presidente Obama - sono sicuramente un segnale positivo», ma ciò «non significa che i problemi siano finiti». «Cè ancora molto da fare», ha confermato Geithner, che intende presentare nelle prossime settimane il progetto di riforma del comparto finanziario, il cui principale obiettivo è impedire la replica di casi come il fallimento di Lehman Brothers, innesco della crisi finanziaria, o come quello del colosso assicurativo Aig, strappato dalla bancarotta solo grazie alla nazionalizzazione. Geithner ha assicurato che, non appena partirà il processo di ripresa, il governo si concentrerà sulla riduzione del deficit, lievitato a dismisura (1.840 miliardi la stima per il 2009, il 13% del Pil) al punto da alimentare le voci di una possibile perdita della tripla A che finora ha sempre contraddistinto il debito Usa a lungo termine.
Negli Usa dieci banche rimborsano in anticipo 68 miliardi di dollari
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