Rischia di essere ricordato come il Natale dei saldi e dei buoni sconto, questo del 2008: il Natale del «credit crunch», della crisi dei mutui e della tasche vuote. Questo almeno a giudicare dai primi dati forniti dai commercianti.
Essere a corto di soldi è condizione comune a molti milanesi: una situazione che ieri ha trovato purtroppo conferma nelle vie dello shopping, in quella che è stata la prima domenica di negozi aperti per linizio ufficiale delle compere natalizie. Una folla di gente si è riversata in corso Vittorio Emanuele così come in Buenos Aires e in corso Vercelli, per citare solo alcune delle zone più gettonate per le compere. Una folla che però è rimasta a mani vuote, e che si è limitata nella maggior parte dei casi a guardare senza comprare. «Rispetto alla stessa domenica dellanno scorso abbiamo perso il 10 per cento delle vendite - spiega Giorgio Montingelli, dellUnione del commercio di Milano -. In Buenos Aires, complice il via libera dato dal Comune agli ambulanti, il calo delle vendite è stato addirittura del 40 per cento».
«Tanta gente entra in negozio in questi giorni per decidere i regali che comprerà più avanti - confermano in un negozio di abbigliamento in corso Buenos Aires -. Così ha il tempo di mettere via i soldi». Dallaltra parte, appunto, cè il fenomeno del «Natale in saldo», possibilmente anticipato: «Ci vorrebbero sconti e promozioni anche fuori dal periodo di saldi - propongono da «Nannini» -. Abbiamo appena fatto una promozione sulle scarpe che è andata molto bene. Però non appena abbiamo rimesso il prezzo pieno, la gente ha smesso di comprare. Nessuno acquista più per sfizio, come un tempo: prima di fare una spesa ci si pensa bene».
Contro i saldi anticipati si schiera la Camera di commercio: «Sconti e saldi in questo periodo non servono contro la crisi: si anticipa semplicemente lincasso di gennaio - afferma Montingelli-. Oltre a essere illegali, dopo il 26 novembre, per i negozianti sarebbero una strategia suicida».
Che «promozione» sia la parola dordine, però, per le vie dello shopping lo si capisce a colpo docchio. (...)
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