Nei telefonini di cinque ragazzi le tracce dei killer del cavalcavia

Gli investigatori controllano le chiamate di un gruppo di sospetti

Emanuela Ronzitti

da Roma

Quattro-tre-nove. È il numero del cavalcavia da dove sarebbe stato «lanciato il sasso» killer. Il cerchio si stringe quando nel pomeriggio di ieri arriva la notizia che la perizia tecnica disposta dalla magistratura ha dissipato completamente le nubi d’incertezza intorno alla pista più accreditata in questi giorni dagli inquirenti.
E cioè, il lancio «volontario e non accidentale» come ha ribadito il procuratore capo della Repubblica di Cassino Gianfranco Izzo, di un masso di oltre 40 chilogrammi «gettato dal cavalcavia da più persone da un’altezza di dieci metri». Quattro-tre-nove, è il numero che segna il punto esatto dell’autostrada A1 Milano-Napoli dove, all’1 e 55 di venerdì notte, è andata in scena la carambola mortale che ha portato fuori strada due auto, con un bilancio di cinque feriti gravi e un morto, l’operaio di 46 anni Natale Gioffré.
Il cavalcavia del «terrore», che collega due stradine di Piedimonte San Germano, borgo di cinquemila anime, poco distante dallo stabilimento Fiat, per tutta la giornata di ieri è stato battuto in lungo e in largo dalle forze dell’ordine. Ma dalla perizia diretta dal questore di Frosinone Salvatore Margherito è emerso un altro rilevante indizio che aggiungerebbe un nuovo tassello al panorama investigativo. Il sasso sarebbe stato prelevato dal margine della strada a meno di cento metri di distanza da dove è stato gettato. Proprio a due passi da quell’ammasso di discariche abusive fatte di rifiuti e materiale di scarto di costruzioni che invadono l’hinterland del Frusinate. Una punta di ottimismo emerge dalle parole degli inquirenti sull’esito dell’inchiesta: «Stiamo lavorando su elementi certi acquisiti in queste ore - sono le prime parole uscite dalla bocca degli investigatori dopo un vertice con il questore di Cassino, Margherito - perciò non disperiamo di arrivare al più presto ad incastrare gli autori del gesto vandalico». Il questore ha infine aggiunto che il lavoro procede a 360 gradi, attraverso l’ascolto serrato di giovani e anziani, gente che vive a Piedimonte San Germano, ma anche in altri comuni della zona come Villa Santa Lucia, Pontecorvo, Castrocielo e Aquino, e che potrebbe aver visto in faccia gli autori del delitto o conoscere utili indizi. Ad aggiungersi alle prove ora anche le impronte rilevate sulla rete metallica che verranno comparate con quelle di alcuni pregiudicati della zona o persone sospette note alla polizia. Il nodo, forse, verrà sciolto domani dai tecnici della polizia di Roma giunti sul posto.
L’ulteriore conferma di un delitto a quattro mani sarebbe potuta arrivare anche da una prevista simulazione del lancio dal cavalcavia incriminato. Operazione che invece è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi. «Si farà se necessaria - è stato spiegato - solo per esigenze investigative». Intanto l’attività delle forze di polizia proseguono scadenzate da una fitta rete di controlli a tappeto anche sugli altri centoventi ponti che attraversano i cento chilometri dell’autostrada del Sole in provincia di Frosinone. Non sfuggono agli inquirenti i movimenti degli indiziati numero uno. Ovvero, quelli di alcuni giovani che abitano a pochi metri dal luogo incriminato.
Gli spostamenti dei ragazzi potrebbero essere tracciati attraverso i loro cellulari, disposizione che dovrebbe arrivare proprio nei prossimi giorni dal magistrato con l'esame dei tabulati.

Secondo indiscrezioni fornite da un investigatore parrebbe ricorrere da tempo la consuetudine per un gruppo di ragazzi di fermarsi di sera sul ponte a guardare le auto in transito: «A qualcuno di questi potrebbe essere spuntata l'idea del lancio del sasso». Per martedì invece, a Messina, i funerali di Natale Gioffré. Migliorano intanto le condizioni del figlio ricoverato all'ospedale di Cassino.

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