Il capo dimputazione è un compendio del codice penale. Abuso dufficio, estorsione, corruzione, concussione, associazione a delinquere, perfino maltrattamenti e via elencando tanto che il pubblico ministero ha esaurito le lettere dellalfabeto per descrivere i misfatti commessi. Facile, facilissimo catalogare Massimo Mallegni, sindaco di Pietrasanta, come un satrapo orientaleggiante, un alfiere dellillegalità, un nemico dello Stato protetto dalla fascia tricolore. E così i giornali lhanno bollato, raccontando la folgorante, breve parabola dellenfant prodige di Forza Italia, vicecoordinatore regionale del partito, che aveva messo su un comitato daffari e vessava in ogni modo, come un professionista del mobbing, un manipolo di coraggiosi vigili urbani pronti a fischiare i suoi abusi.
Poi si comincia a leggere le carte, si parla con gli avvocati difensori del primo cittadino, in carcere per più di un mese e ora ai domiciliari, e si scoprono alcune circostanze, come dire, curiose. La prima: una parte del bulimico procedimento, appunto il capitolo polizia municipale, sembra la fotocopia di un altro processo nato dalla denuncia di Antonella Manzione, capo dei vigili urbani fino al 2002 quando Mallegni laveva cacciata. O meglio laveva relegata nel recinto dorato della Versiliana, scintillante salotto mondano e finestra sulla società italiana. La seconda anomalia, sorprendente: Antonella Manzione è la sorella di Domenico Manzione, il Pm che ha chiesto e ottenuto larresto di Mallegni e dei suoi presunti complici. Possibile? Possibile: il pubblico ministero ha fatto ammanettare il sindaco in guerra con la sorella. Giuseppe Quattrocchi, procuratore della repubblica di Lucca, si stupisce dello stupore: «Il procedimento nato dalla denuncia della signora Manzione non ha nulla a che fare con laltro, non cè connessione e la signora non è più da anni il capo dei vigili urbani. Poi, il tribunale del riesame ha liquidato lobiezione».
In realtà il tribunale del riesame di Firenze ha scavalcato un terzo ostacolo cui si erano attaccati, con i ramponi del diritto, i legali: fino al 2004 la signora Manzione era viceprocuratore onorario a Lucca. Insomma, lavorava nella stessa procura del fratello. A pochi chilometri dalle spiagge sabbiose e dalla vetrina della Versiliana, il palcoscenico di Romano Battaglia narrato, con quel filo di nostalgia che è la cifra autentica della Versilia, proprio dal duo Battaglia-Mallegni nel libro Fra i ricordi del caffè. Insomma, quando si zooma sulla provincia italiana, anche sulle marine struggenti di Carrà e dei riccastri alla Vanzina che convergono sullarenile del Twiga di Briatore, ci si imbatte in intrecci inestricabili. E problematici. A causa di uno di questi incroci pericolosi il processo nato dalla denuncia della Manzione è emigrato a Genova, competente per i magistrati toscani, dove è in corso.
Lindagine del fratello, invece, non ha subito la minima scalfittura. Il tribunale del riesame non ha nemmeno sfiorato il nodo della parentela e ha silurato lipotesi del trasloco a Genova. «Noi - chiude il discorso Quattrocchi - rispettiamo il codice e ci siamo attenuti scrupolosamente alla legge». «In effetti - risponde lavvocato Luca Saldarelli - il Pm non ha gli stessi obblighi del giudice, non deva astenersi in situazioni come questa. Certo, è una questione di sensibilità perché comunque il Pm è per definizione una parte imparziale». Che non è un gioco di parole e nemmeno uno slalom linguistico ma a lalto esercizio di equilibrismo che lincompiuto sistema italiano assegna allaccusa.
Per ora il sindaco ragazzino che nel 2000, a soli ventotto anni, aveva espugnato la rossa Pietrasanta e nel 2005 aveva ottenuto un bis plebiscitario, rastrellando il 60,28 per cento dei voti, resta confinato a casa. Il tribunale del riesame ha sfoltito la foresta delle contestazioni, cancellando il riciclaggio, unestorsione, una corruzione, un abuso dufficio, ma poi ha scomodato Alberto Sordi e Vittorio De Sica per prendere le misure alla Pietrasanta di inizio millennio: «Tutto questo ricorda lo splendido film Il vigile, laddove laspetto, per certi versi comico, del pedinamento si coniuga con una seria realtà dellesistenza di un gruppo organizzato di tipo affaristico e corruttivo allinterno del Comune». Per Saldarelli il film proiettato dai Pm non corrisponde alla realtà: Mallegni non è il protagonista di una squallida Tangentopoli locale, in cui avrebbe avuto un ruolo pure il padre Mario, imprenditore edile e titolare dello storico stabilimento balneare Felice, spedito ai domiciliari poi revocati, ma semmai un sindaco che aveva il torto di voler cambiare le cose: «Un uomo spiccio, vulcanico, forse insofferente alle lentezze della procedura e alla farraginosità della burocrazia. Un sindaco che non aveva paura di richiamare allordine in modo energico, certo non proprio da galateo, i vigili che bighellonavano o si davano appuntamenti privati durante lorario di servizio».
Un sindaco che al telefono, puntualmente intercettato, diceva di una delle guardie «ribelli»: «La purga non gli è bastata, ora lo purghiamo bene... guardia fissa allantenna della Rai, almeno così controlla». Per i giornali Mallegni è solo un ex, lastro nascente precipitato nella palude del malaffare in cui si specchiava, per Saldarelli la partita è ancora aperta: «Gli si contesta tanto, troppo, tutto. In modo generico. E non cè traccia documentale di una tangente che sia una. Il massimo che si arriva a sostenere è che ha soggiornato gratis al Danieli di Venezia, però le ricevute dicono che fu ospite della società del casinò. Dovè il problema?».
E allora, prima di far scendere il sipario in attesa del prossimo duello davanti alla Cassazione, conviene allineare unaltra circostanza curiosa: nel 2003 il vicino comune di Forte dei Marmi srotolò una passerella per la Manzione in fuga da Pietrasanta. Il Comune, tanto per cambiare, aveva bandito un posto da funzionario della vigilanza urbana. La Manzione era arrivata seconda, ma il vincitore fu estromesso con la più surreale delle motivazioni: «Visti gli esposti sindacali sulla pretesa irregolarità della procedura selettiva, nonchè le notizie di stampa circa le ipotesi di apertura di uninchiesta penale da parte della Procura... per tutelare il buon nome dellamministrazione e per prevenire eventuali richieste penali...» il Comune dispone «la revoca dellintera procedura concorsuale», assegnando senza altra motivazione quella poltrona alla signora fuggita dallinospitale Pietrasanta.
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