Chi fu Agostino o pazzo? Agostino o pazzo (al secolo Antonio Mellino) fu un centauro di 18 anni, che in sella a una Gilera 150 (opportunamente modificata), movimentò le notti agostane dei napoletani, esibendosi in spericolate corse su una sola ruota, e sfidando polizia e carabinieri. Pur trattandosi di un teppista, la città (o buona parte di essa) ne fece un eroe. Era capace di salire e scendere scalinate, saltare sulle «Giulie» della polizia, strappare in corsa la paletta di mano ai vigili urbani, addirittura entrare e uscire dalla Questura seminando le moto dei poliziotti che lo inseguivano. Un Maradona, o meglio un Sivori della motocicletta. A quel tempo (1970) andava fortissimo il corridore Giacomo Agostini, e Mellino ne ereditò, per così dire, il nome.
La notte del 27 agosto si radunò una grande folla per assistere alla sua ennesima sfida alle autorità, ma polizia e carabinieri risposero con uno schieramento di mille uomini: mille uomini per acchiapparne uno! La plebe impedì alle forze dellordine di sgomberare le strade (in particolare i Quartieri Spagnoli) dai balconi fu gettato di tutto, compreso bottiglie incendiarie. La guerriglia durò tutta la notte, si contarono decine di feriti e ci furono più di cento arresti. Infine Agostino o pazzo fu bloccato.
Quella di stringersi a corte intorno a malviventi, mascalzoni e farabutti di ogni risma, è una consuetudine nella mia città. Interi quartieri si armano a difesa di scippatori e spacciatori, in autentiche Quattro Giornate della vergogna. È accaduto un paio di giorni fa a Fuorigrotta e a Forcella, e nel recente passato a Scampìa (furono lanciate lastre di marmo contro gli agenti), a Secondigliano (scesero in strade 500 persone, capitanate da donne incinta e bambini), alla Sanità, ecc.
Stando così le cose, ovvio che a parlare di Esercito nessuno ci sta. Non ci stanno gli intellettuali, e non ci sta Vincenzo DOnofrio, vicepresidente dellAtec (Associazione Turismo e Cultura) che pochi giorni fa ha dichiarato: «Militarizzare la città? Napoli non ha bisogno di questo intervento (...) bisogna contenere lallarme per non provocare la fuga dei turisti». Le festività pasquali e il Maggio dei Monumenti sono infatti alle porte.
Io penso lesatto contrario. Penso che un turista si senta molto più protetto vedendo auto e camionette della Polizia ad ogni angolo della città, che attraversando il deserto del Nevada.
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