Prigionieri di se stessi, ingabbiati in una sofferenza silenziosa, dove i pensieri giacciono in un angolo della mente. A parlare sono gli occhi dei malati psichici, persi nel vuoto, testimoni di un disagio che in realtà dice moltissimo sul loro malessere.
Obiettivo del convegno «Psichiatria in Italia: attualità e prospettive» organizzato ieri a Palazzo Marini dallassociazione FareSanità è aumentare le garanzie per questi pazienti con la riforma della legge Basaglia. «A più di trentanni dalla sua entrata in vigore, bisogna rivedere la 180», dice Carlo Ciccioli, vice presidente della commissione Affari sociali e sanità alla Camera e primo firmatario della proposta di revisione. Parere condiviso dal presidente di FareSanità, Pierfrancesco Dauri per cui si tratta di un doveroso percorso di adeguamento del provvedimento mirato alla centralità del malato. «Dove il cardine del restyling della 180 è il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) - spiega - che deve essere prolungato a domicilio e inserito in una terapia riabilitativa allungata».
Unemergenza, quella delle patologie mentali, che non fa sconti alla nostra regione: solo nel 2007, sono stati 9515 i pazienti ricoverati. La metà dei quali tra i 18 e i 44 anni. Ad aggravare il quadro nel Lazio, il taglio dei posti letto nei reparti di psichiatria. «Dimezzati del 50 per cento - precisa Giuseppe Nicolò, alla guida della struttura complessa del dipartimento della Salute mentale della Asl RmG -. Allargarli fino a 25, di cui 10 da riservare ai pazienti acuti e 15 al post acuzie, è il nostro intento». Non va meglio al SantAndrea. «Sono 12 i letti per gli acuti, peraltro ubicati accanto alla sala mortuaria - chiosa Paolo Girardi, direttore del Spdc del nosocomio - ne dovremmo contare 34». E ancora. La definizione specifica dei livelli essenziali di assistenza in psichiatria tarda ad arrivare.
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