Si prenota la forma e si torna fra dieci anni per il ritiro. Succede nelle valli fra Albaredo e Gerola che son da secoli lo scrigno del premiato formaggio Bitto. Lassù, sul versante orobico della Valtellina, da qualche tempo anche un museo celebra il prezioso prodotto doc ideale compagno di merende alpine e golosi piatti. Negli anni '90 un maldestro tentativo di equiparare questo formaggio agli altri cugini di Valtellina, come il casera (o latteria) e il formaggio «Da Munt» ha contribuito a creare una «coscienza» e un piano di salvataggio del bitto storico. Oggi dunque il bitto è un prodotto da museo oltre che da tavola e nell'intera e minuscola Val Gerola son ben due i percorsi museali che lo celebrano.
A Gerola c'è la «casera» del Bitto, una «domus» dove il consorzio di tutela del bitto storico conferisce i suoi prodotti e una parte delle forme, circa un migliaio ogni anno, può essere prenotata dal turista che vi imprime la firma per poi tornare a ritirare il proprio bitto fra dieci anni, più vecchio e più buono. Ad Albaredo San Marco, invece, l'ecomuseo a cielo aperto permette di trascorrere anche qualche ora negli alpeggi, assistendo alla lavorazione del formaggio. (Informazioni www.vallidelbitto.it).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.