da Milano
Milano non è la città dove le tasse sono più alte (almeno in percentuale), ma semplicemente quella dove si guadagna di più. E quindi di più si paga. E poi, assicura chi amministra sotto la Madonnina, i servizi sono migliori. Una rete del metrò di 80 chilometri costruita, almeno per metà, con i soldi dei milanesi e una spesa sociale che con 240 milioni di euro all’anno è seconda solo a Firenze. Ma è di gran lunga più impegnativa rispetto a tutte le altre città italiane. Così come accade per quella sanitaria gestita dalla Regione.
«Questi dati - la replica del governatore Roberto Formigoni al centro studi della Cgia - servono solo a innescare la polemica, ma non sono significativi. Se vogliono fare un’analisi seria, forniscano quelli sulla pressione fiscale. E si vedrà che in Lombardia è fra le più basse. Qui si lavora e si produce e per questo le tasse, almeno in termini assoluti, sono le più alte». Nonostante questo, l’allarme della Cgia, secondo Formigoni, è un’occasione anche per tornare a chiedere il federalismo fiscale, dato che sui 2.083 euro che ogni milanese paga all’anno di tributi agli enti locali, «solo 18-19 euro sono decisi autonomamente dalla Lombardia, tutti gli altri sono fissati dallo Stato». Sono cioè trasferimenti che arrivano da Roma in cambio di servizi. «E quelli che noi offriamo - spiega Formigoni - sono superiori a tante altre Regioni. Penso, ad esempio, alla sanità». Certo «va diminuita la pressione fiscale - conclude - e soprattutto va realizzato il federalismo fiscale, perché così sarebbe chiaro chi preleva e per fare che cosa». Stessa linea del sindaco di Milano Letizia Moratti: «Allo Stato i milanesi danno molto - ha accusato -, ma ricevono poco.
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