Nel Paese che non ama la nautica

L’eccellenza non si improvvisa. C’è voluta tutta l’esperienza e la passione di Paolo Vitelli, presidente-fondatore del gruppo Azimut-Benetti, per «inventare» Marina di Varazze, un gioiello progettato (nel rispetto dell’ambiente) dall’architetto Aimaro Isola di Torino, affiancato dall’architetto Pietro Venezia di Varazze. Situata a sud-est dell’abitato, Marina di Varazze è costituita da due moli alternati tra loro e da una banchina centrale. Lo spazio portuale è dotato di 12 pontili fissi e 3 galleggianti. Immersa nel verde, è aperta tutto l’anno e offre 820 posti barca (705 a disposizione del marina), 900 posti auto, 30 appartamenti: un punto di riferimento per chi vuole trascorrere il proprio tempo libero fra yacht, prestigiose residenze - tutte fronte mare - realizzate con finiture di pregio.
Giorgio Casareto, 44 anni, genovese, è il nuovo responsabile della struttura. Dopo varie esperienze in alcuni cantieri navali, nel 1995 è entrato nel gruppo Azimut-Benetti dove ha svolto diverse mansioni: nel commerciale, nell’after sales e in produzione. A lui è stato affidato il progetto di costruzione e l’avvio del primo stabilimento Azimut Yacths di Savona e successivamente le attività di trasferimento nel nuovo stabilimento, di cui ancora oggi mantiene la supervisione. Dal 2008 al 2011 ha ricoperto il ruolo di direttore della produzione di Azimut Yacths di Avigliana (To).
«Il contesto attuale non è semplice. Anche noi dobbiamo confrontarci con una realtà generale molto difficile», dice il neo direttore. E aggiunge: «Tuttavia, a dispetto di una portualità italiana con cali significativi di oltre il 30%, Marina di Varazze è quasi un’isola felice. Se sapremo confermare l’attuale trend chiuderemo l’anno senza problemi. Aggiungo che il mese di luglio è stato drammatico per tutti dal punto di vista meteorologico, soprattutto per quanto riguarda i transiti. Ad esempio il concerto di Max Gazzè si è svolto sotto un diluvio universale...».
Ma Casareto fa un’altra analisi. Amara. «Che qualcosa in Italia non funzioni sul fronte della nautica da diporto non lo scopriamo oggi. È mai possibile che i proprietari di barche, grandi o piccole, siano tutti evasori fiscali? Tanti nostri clienti ci dicono che sono stufi, che non possono mettere la prua fuori dal porto, di non potersi fare un piatto di spaghetti all’ormeggio perché arrivano subito i controlli. In questo modo la vacanza diventa uno stress. C’è chi mette in vendita la barca. Chi ha più fortuna se ne va all’estero. La politica della Francia, nel settore, è più illuminata da sempre. I cugini ci insegnano come si gestisce un flusso turistico da diporto. Nonostante le regole, forse più rigide delle nostre, nonostante le autorità che fanno rispettare queste regole, la gente è ben accetta e viene lasciata in pace. Per non parlare della Slovenia, della Croazia, del Montenegro. Gli italiani che hanno la barca in Adriatico ci arrivano in due-tre ore. Il vero problema è che il nostro Paese nella nautica non ci ha mai creduto. E pensare che l’Italia si gioca la leadership mondiale della produzione con gli Stati Uniti. Purtroppo è così: se uno va in giro con la Ferrari viene ammirato e forse invidiato da tutti. Se scende dalla Ferrari e sale su una barca viene guardato come un appestato».
Ma vediamo come Marina di Varazze sta affrontando la congiuntura. « Quando la crisi è provocata da fattori esterni - dice Casareto - è opportuno diventare aggressivi per non perdere terreno rispetto ai concorrenti. Stiamo ragionando soprattutto su un piano tariffario appetibile, ma non nella logica degli sconti. Immaginiamo un’offerta di servizi che facciano sentire il cliente più importante e considerato. In altre parole bisogna rivedere alcune cose che probabilmente non sono più allineate al contesto attuale».
Intanto settembre e ottobre, per quanto riguarda i transiti, da sempre sono mesi significativi per il fatturato.


«Sì - conclude Giorgio Casareto - il nostro marina, grazie alla sua eccellente posizione strategica, viene utilizzato come base da molti cantieri per i saloni nautici di Cannes e di Genova».

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